venerdì 12 aprile 2013


"IL PAESE SOFFRE LO STALLO, MA PARTITI INDIFFERENTI"

Una fabbrica che chiude "è come un lutto in famiglia". Con questa parole il presidente della piccola industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha invitato gli industriali a "osservare un minuto di silenzio, un silenzio di denuncia per chi non interviene e non ha la consapevolezza della situazione di emergenza in cui versa lo stato dell'economia reale del paese". "Se i partiti non capiscono i rischi che stiamo correndo, se continuano a rifiutarsi di lavorare assieme, abbiamo di fronte una difficoltà enorme", ha avvertito Boccia, nella relazione introduttiva al convegno biennale della piccola industria che si è svolto a Torino. Un messaggio rivolto ai partiti "indifferenti alla situazione di emergenza economica e ai gravi danni che il Paese subisce", di fronte "all’irresponsabilità che emerge dallo stallo attuale"."Il messaggio del Capo dello Stato è di misurarsi pragmaticamente e senza pregiudizi sul Paese che vogliamo costruire - ha detto ancora Boccia -. Come si può continuare nelle tattiche di chi non vuole il governissimo, chi non vuole il governicchio, chi non vuole nessun governo ad eccezione del proprio mentre il Paese soffre?". Un messaggio rivolto anche a chi "predica la decrescita" e "non sa fare altro che dire sempre e solo no". Ribadiamo, ha detto Boccia, "che decrescita significa solo povertà" e che "con i no rischiamo solo di rimanere fermi e, a fronte degli altri Paesi che stanno reagendo, questo significa esclusivamente che stiamo arretrando"."Non dobbiamo mai stancarci di ripetere le cose giuste da fare per il Paese e per le nostre imprese, ogni giorno continueremo a chiedere ai partiti e ai loro rappresentanti l’attenzione ai contenuti", ha continuato il numero uno della Piccola Industria di Confindustria, indicando cinque punti. "Le domande saranno sempre le stesse - ha proseguito -. Cosa intendete fare per ridurre il global tax rate delle imprese italiane? Cosa intendete fare sui costi dell’energia? Cosa su debito e quindi sullo spread? Quali grandi infrastrutture dare al Paese e come procedere per realizzare le piccole opere? Quando ridurre il cuneo fiscale e agevolare il recupero della produttività". Confindustria sottolinea così, ha proseguito Boccia, "cinque domande, non otto punti, che ripeteremo ogni giorno fino a quando non avremo risposte nei fatti, a partire da oggi". Confindustria, inoltre, chiede alle parti sociali "di stringere un patto dei produttori", un "patto tra tutti gli attori della fabbrica" per "ricostruire il Paese" e per "una nuova rivoluzione industriale". Lavoriamo "insieme per salvare le fabbriche e il Paese", ha concluso Boccia.
Aggregatore notizie RSSShareContatore visite gratuito