venerdì 22 febbraio 2013


«TOGLIERE IL TICKET È POSSIBILE» MARINO, PD: ECCO COME FAREMO

Via la «tassa sulla malattia». L’aumento dei ticket sulle visite specialistiche scattato nel 2011 - una «delle tasse più odiose e ingiuste perché ricade su chi è più malato», come ha detto Pier Luigi Bersani annunciando la proposta del Pd - si può davvero cancellare. Niente a che fare con la restituzione dell’Imu promessa da Berlusconi. I conti li hanno già fatti, sulla scorta del lavoro della commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale. Basta azzerare la spesa annuale che nella sanità pubblica registra 790 milioni di euro utilizzati per consulenze esterne - nella maggioranza dei casi inutili, ma molte volte anche ai limiti della legalità - per recuperare quasi tutti gli 834 milioni di euro che dal 2011 gli italiani spendono in più, sui ticket per prestazioni specialistiche. «Questa spesa è stata quantificata dal ministero dell’Economia. Nelle due finanziarie del governo Prodi - ricorda Ignazio Marino, il senatore Pd presidente della commissione d’inchiesta sulla sanità - e fino al 2010 questa cifra era stata assorbita nel volume della manovra finanziaria. Poi con la giustificazione della crisi economica si è deciso che dovesse ricadere sulle spalle dei cittadini che hanno bisogno di prestazioni specialistiche». Circa dieci euro in più per prestazione (modulati in vario modo, da Regione a Regione), tornati a carico dei cittadini, oltre al vecchio ticket che prevedeva un massimo di 36,15 euro a ricetta. Per chi non gode di esenzioni, questo aumento ha significato una spesa media di 99 euro l’anno in più a persona. Una media, appunto. Perché chi più si ammala, più paga.«La nostra idea è di non procedere con i tagli lineari messi a punto dal governo Monti e, studiando le inefficienze e gli sprechi nel sistema sanitario azzerare le spese inutili, a vantaggio dei cittadini», spiega Marino, ora capolista del Pd in Piemonte e testa di lista nel Lazio nella corsa per Palazzo Madama, citando i dati che la Corte dei Conti ha fornito a suo tempo alla commissione d’inchiesta per un’indagine sulle consulenze esterne. «E' agli atti - precisa Marino - che circa il 10 % delle sentenze emesse dalla magistratura contabile e relative all’amministrazione sanitaria riguardano consulenze e incarichi esterni. Il più delle volte casi in cui si è riscontrato un illegittimo conferimento di incarichi libero-professionali, illegittimi affidamenti di consulenze in materia contabile e tributaria, ingiustificate proroghe di contratti di consulenza, mancata attuazione di procedure selettive nella scelta dei consulenti e infine il ricorso a consulenze anche in presenza di professionalità interne alle aziende sanitarie». In sostanza, soldi spesi per affidare all’esterno del lavoro che avrebbe dovuto essere svolto dal personale interno. «Faremo tutti bene a essere molto sospettosi nei confronti di proposte che rischiano di essere poco meditate», contesta il ministro della Salute, Renato Balduzzi. «Se ha dei sospetti così gravi sulle cifre, suggerirei a Balduzzi di recarsi dai magistrati contabili e chiedere ufficialmente una revisione dei conti. Io - replica il senatore Pd - sospetto che i dati della Corte dei Conti, tra l’altro consegnati a un organo costituzionale, siano attendibili». Ma Balduzzi va anche oltre, parlando dell’ulteriore giro di vite sui ticket, previsto dall’anno prossimo: «L’onere attuale per la compartecipazione alla spesa sanitaria è di 2,5 miliardi di euro, ai quali dal gennaio 2014, se non si interverrà in alcun modo, andranno aggiunti altri 2 miliardi, la gran parte sulla specialistica, arrivando così a una compartecipazione di 4,5 miliardi», prevede lui, che invece chiede: «Ci devono spiegare come si coprirà la differenza tra 800 milioni e 4,5 miliardi». Ma intanto, il piano per cancellare la maggiorazione dei ticket sulla specialistica vuol essere almeno l’inizio di un percorso diverso. «Il Pd non sta facendo false promesse, come il ministro Balduzzi vuole far credere», gli risponde Marino. Del resto «la nostra idea di Paese è radicalmente diversa dalla sua, che invece al posto dei ticket propone una franchigia basata sul reddito. Ma io non credo che in un Paese in cui la tassazione diretta ha superato il 45%, le inefficienze del sistema si possano scaricare sui cittadini gravandoli di ulteriori costi», prosegue il senatore Pd, che addebita al governo dei tecnici di non aver saputo mettere mano in alcun modo alla riorganizzazione della sanità e al riordino della spesa. «È come se alzassero la bandiera bianca, vista la loro incapacità di riportare ordine nel sistema pubblico, e per questo continuassero a caricare il peso di tutto ciò sui cittadini. Il ministro - attacca Marino - ci spieghi piuttosto perché propone tagli lineari sui posti letto, anziché razionalizzare strutture doppione o inefficienze. A Roma ci sono cinque centri per il trapianto di fegato, che in un anno hanno eseguito 98 trapianti, mentre a Torino ce n’è solo uno, che ne ha fatti 137». E ancora, come è possibile che la stessa protesi per l’anca, costi da una parte d’Italia 284 euro e in un’altra 2.575 euro? «In Calabria - prosegue Marino, tornando sulle consulenze esterne - sono stati affidati persino incarichi a giornalisti per curare la rassegna stampa ma i controlli hanno poi certificato che quel lavoro non era mai stato fatto. Balduzzi non lo sa? Ebbene, noi riteniamo inaccettabile la politica dei tagli con gli occhi bendati e riteniamo di essere pronti a prendere in mano la situazione con una grande operazione per razionalizzare la spesa. Ma innanzitutto occorre un’operazione trasparenza per capire esattamente dove intervenire».              p.c.m.s.r.d.c.
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