sabato 2 febbraio 2013


NO A FILM POLITICI AL MAXXI IL GIORNALISTA EMMOT: "CENSURA"

 Il museo Maxxi ha revocato la premiere, prevista il 13 febbraio, del documentario «Girlfriend’s in a Coma». A scriverlo, su twitter, il giornalista inglese Bill Emmot, già direttore dell'Economist e molto critico di Berlusconi, uno degli autori del documentario sul declino dell'Italia insieme alla giornalista Annalisa Piras. Emmot accusa esplicitamente il ministero per i beni culturali di “censura”, la neo presidente del museo d’arte contemporanea Giovanna Melandri si è presa la piena responsabilità dichiarando che un’istituzione retta tutta da fondi pubblici non può ospitare manifestazioni dal risvolto politico finché c’è la campagna elettorale. «INCREDIBLE! MAXXIRome, on Culture Ministry orders, has revoked Girlfriend in a Comàs Feb 13Italy premiere booking. CENSORSHIP. STUPIDITY», scrive su twitter, con le maiuscole, Emmot. E accusa il ministero per i beni culturali. Il documentario è reduce da un pre-screening internazionale a Londra, New York, Bruxelles, tra le altre capitali, che ha suscitato sia applausi sia attacchi da parte di chi lo considera uno schiaffo alla società italiana. Emmott annuncia: «chiederemo al pubblico di insistere per riavere la libertà erosa. Stiamo vedendo le modalità». E cita una comunicazione dal museo: “Disposizioni della presidente della fondazione, che si fanno interpreti delle indicazioni assai rigorose dateci dal Mibac - socio unico della fondazione ed autorità vigilante sul nostro operato - non ci consentono di ospitare nello spazio del museo qualunque iniziativa che possa essere letta secondo connotazioni politiche, nell'imminenza della competizione elettorale". La regista Piras invita gli spettatori a «chiedere al Minculpop l'immediato rispristino dello screening». Il Ministero per i beni e le attività culturali, in una nota. dichiara di «non aver dato disposizioni in merito alla proiezione. Il Maxxi è una fondazione di diritto privato le cui decisioni sono assunte dagli organi competenti». «Il Maxxi – scrive a sua volta il museo in un comunicato - è un'istituzione pubblica nazionale vigilata dal Ministero dei Beni Culturali e, secondo una prassi consolidata e già attuata in altre occasioni, in campagna elettorale non può ospitare manifestazioni che, seppur promosse da soggetti esterni, a qualunque titolo potrebbero essere connotate di valenza politica. Dal 26 febbraio, finita la campagna elettorale, il Maxxi sarà ben felice di ospitare qualunque manifestazione culturale, inclusa naturalmente la proiezione del documentario di Bill Emmott».
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