domenica 7 ottobre 2012


MARONI ALLA FESTA LEGHISTA: «VIA EQUITALIA DAL NORD»

«Disobbedienza civile, federalismo fiscale, via Equitalia dal nord per affermare il nostro programma rivoluzionario». È uno dei passaggi conclusivi del comizio di Roberto Maroni dal palco della Festa dei popoli a Venezia, da dove ha invitato «tutti i sindaci, anche quelli che non sono della Lega, a partecipare alla grande assemblea che faremo nel Veneto». L'assemblea, ha detto, servirà per «lanciare la nostra azione di protesta, la protesta da parte dei sindaci, contro il patto di stabilità e la rapina della tesoreria comunale: dobbiamo riprenderci il nostro futuro». Dal palco il segretario federale della Lega ha esortato gli amministratori ad «avere più coraggio sulle nostre battaglie: in Sicilia hanno usato i forconi, il movimento dei forconi, dobbiamo fare qualcosa di simile con i nostri sindaci, lo dico anche ai nostri governatori: non solo protestare, ma passare ad azioni concrete». In una Riva degli Schiavoni del tutto diversa da quella dell'era Bossi, Maroni ha debuttato da nuovo Segretario all'appuntamento annuale con la 'festa dei popoli della Padania', quest'anno senza la tre giorni di ampolle sul Monviso e risalita del Po. «La rivoluzione può partire dal Nord ma è una rivoluzione gandiana verso l'indipendenza nel segno della disobbedienza», ha detto Maroni illustrando il Manifesto in dodici punti tradotti poi nella proposta di legge di riforma costituzionale per la Macroregione del Nord sul quale la Lega 2.0 del nuovo segretario intende raccogliere «milioni di firme» e promuovere un referendum. Quanto ad alleanze e Governo, «siamo unica forza politica seria – rivendica Maroni - che osteggia il governo Falli-Monti» e con il Pdl nessun nuovo dialogo fintanto che starà nella maggioranza dell'attuale governo. Ha parlato anche Umberto Bossi: «Avremo davanti un periodo da grande battaglia: non litigate per il mio posto o quello di Maroni. Il nemico è il centralismo romano, è la che dobbiamo colpire». D'altra parte, «di Roma non ci si deve fidare, Monti ha postato il federalismo fiscale nel cestino della carta straccia. Responsabilità ce l'ha anche Napolitano, ha chiamato Monti».                    
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