domenica 6 maggio 2012


TENSIONE A PESCARA ULTRA' CONTRO I ROM CORTEO BLOCCATO, PUNTAVA VERSO QUARTIERE RANCITELLI
 
PESCARA- C'e' forte tensione a Pescara dove una manifestazione di un migliaio di persone - gruppi di ultra' e semplici cittadini - e' stata bloccata mentre, minacciosa, puntava verso il quartiere rom di Rancitelli. A scatenare la rabbia dei tifosi l'uccisione dell'ultra' Domenico Rigante per mano del rom Massimo Ciarelli. Nella comunita' si e' diffusa la preoccupazione e molti sono fuggiti dalla zona. Alla testa del corteo ci sarebbe stato anche Marco Forconi, candidato sindaco a Montesilvano (Pescara) nelle liste di Forza Nuova. Con lui anche molti esponenti di Forza Nuova sia di Pescara sia di Montesilvano alla testa dei facinorosi bloccati prima dall'intervento degli stessi capi ultra' e dal gemello della vittima Antonio Rigante: la Questura sta vagliando immagini e testimonianze. Il fratello gemello di Domenico Rigante, Antonio, ha detto: "Bene le forze dell'ordine, ora devono prendere i complici se no sono guai". Nel quartiere di Rancitelli c'e' dunque tensione e preoccupazione. Al momento sono in arrivo le forze dell'ordine per presidiare la zona ma pare che molti della comunita' si stiano allontanando in tutta fretta. ''I rom? Sono spariti...'', conferma il questore Paolo Passamonti. ''Ma vorrei ricordare che sono cittadini italiani a tutti gli effetti - ha detto il questore - stanziali dagli anni '40, e che non tutti sono dei delinquenti''. Molti in queste ore se ne sono andati da Pescara, altri se ne stanno rintanati a casa, e si parla insistentemente di comunita' spaccata specie tra i due quartieri dove sono piu' insediati, Rancitelli e i Colli. Le forze dell'ordine hanno confermato che l'attenzione e' alta e che aumenteranno i controlli. Il sindaco della citta', Luigi Albore Mascia, e' stato piu' di una volta contestato.  ''Gli zingari dovete emarginarli voi'', si e' sentito urlare. ''E' dal tribunale che nascono i problemi, dopo due ore stanno a casa loro'', ha continuato la gente. Un brutto clima si e' istaurato quindi a Pescara anche perche' al sindaco, apparso piu' di una volta in difficolta', sono state ricordate tutte le 'malefatte' della comunita' rom pescarese, a cui vengono imputate una serie di delitti insoluti, e criminalita' diffusa. ''Io la faccia ce l'ho messa'', ha detto alla folla il sindaco, ma alla fine a portare un po' di calma e' stato il padre di Domenico Rigante, Pasquale, che rivolto alla folla molto eccitata ha detto: ''io vi ringrazio, ora torni la calma, scioglietevi perche' quello che dovevate fare lo avete fatto''. "Pescara violenta? Da sindaco la cosa mi preoccupa - ha confermato Luigi Albore Massa  - bene le forze dell'ordine ora bisogna arrestare gli altri del commando". "E' il mio ultimo giorno da uomo libero'', ha detto Massimo Ciarelli, il rom arrestato per la presunta uccisione del tifoso, quando e' stato arrestato.   Lo hanno rivelato gli inquirenti che hanno negato anche ogni possibile trattativa. ''In due giorni l'avremmo comunque preso, si e' arreso'', ha confermato il capo della Mobile Muriana che ha poi spiegato che nella sua latitanza e' stato coperto da qualche familiare che gli portava vestiari e alimenti e quindi ''al prossimo rifornimento lo avremmo preso''.''Chi sa, parli'', ha detto senza mezzi termini il capo della Mobile di Pescara Pierfrancesco Muriana. Il questore Passamonti - preoccupatissimo per l'ordine pubblico - ha spiegato che non ci sono dubbi che a sparare sia stato Massimo Ciarelli, ancora da chiarire pero' chi facesse parte con lui del gruppo rom. ''Ma noi i nomi li sappiamo tutti - ha poi confermato Muriana - e sono sei persone: ora ci aspettiamo che chi era presente confermi''. Per gli eventuali complici l'accusa eventuale sarebbe concorso in omicidio: ''Chi era presente nella casa racconti quello che ha visto'', ha insistito Muriana, confermando che assieme alla vittima nella casa vicino a piazza Grue c'erano altre 4 persone. Non solo: alcune confidenze dicono che Ciarelli prima di sparare abbia detto a uno dei capi ultra' presente nell'appartamento ''te scansati, non lo ammazzo solo perche' ci sei te...''. Purtroppo pero' il colpo esploso con la calibro 38 si e' rivelato fatale e ha perforato la aorta. Secondo una ulteriore ricostruzione dei fatti, Ciarelli sarebbe fuggito subito, anche se non si sarebbe reso conto di aver ucciso Rigante.                                                                                m.c.p.r.s.d.
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