giovedì 5 aprile 2012


SCONTRO AL CORSERA DELLA VALLE SE NE VA

Alla fine sono volati i piatti nel salotto del Corriere della Sera, con Diego Della Valle che sbatte la porta ed esce dal patto degli azionisti accusando la Fiat e Mediobanca. Sarà l’ effetto del governo tecnico, oppure delle debolezze e gelosie del povero capitalismo italiano, o magari del silenzioso dispiegarsi di nuove alleanze tra poteri e interessi finanziari e industriali, sta di fatto che gli azionisti di comando di Rcs Mediagroup, società che edita il Corriere e la Gazzetta dello Sport, hanno passato una giornata turbolenta, tra litigi, contrasti e pare anche qualche imprecazione. I soci del patto, che vincola il 67% del capitale della società, dovevano risolvere un paio di questioni: sistemare la governance e designare il nuovo consiglio di amministrazione da sottoporre all’assemblea degli azionisti chiamata ad approvare un bilancio certo non brillante. Un asse formato da Fiat, Mediobanca, con l’appoggio del saggio Giovanni Bazoli, presente al Corriere fin dai tempi in cui lo salvò dal crac dell’Ambrosiano e della vecchia Rizzoli, ha fatto passare tra i soci la proposta di ridurre a 12 il numero dei consiglieri con la presenza di manager e tecnici e l’esclusione degli azionisti che finora erano rappresentati direttamente. Apriti cielo! A questo punto Diego Della Valle, che ha sempre sognato di crescere e di diventare forse l’editore del giornalone di via Solferino, ha dato seguito all’opposizione già espressa nei giorni scorsi, ha litigato con Elkann, e ha annunciato la sua uscita dal patto, un divorzio approvato da tutti gli altri azionisti. Ma perchè? Come mai l’industriale che fece la guerra a Cesare Geronzi, che lo spinse a dimettersi dalle Generali, che era pronto a crescere in Mediobanca e al Corriere, ora viene emarginato?  «Sono convinto che il Corriere della Sera debba rimanere assolutamente indipendente e rispondere solo ai lettori e non a qualche azionista. Se Elkann e Pagliaro hanno idee diverse, farebbero meglio a mettersi il cuore in pace e rendersi conto che i tempi sono cambiati» ha detto il patron della Tod’s. «Su mia richiesta il sindacato Rcs ha accettato all’unanimità di farmi recedere dal patto. Il comportamento maldestro e pretestuoso di alcuni dei suoi membri in questi ultimi giorni mi ha spinto con determinazione a richiedere di liberare il mio pacchetto azionario da ogni vincolo». «Bisogna realisticamente prendere atto - aggiunge - che nella composizione del patto Rcs ci sono due anime: quella di azionisti che, come imprenditori, a casa loro, sono abituati a competere nei mercati cercando di ottenere sempre i risultati migliori per le loro aziende e quella di altri che vivono lontani dalla cultura dell’impresa e preferiscono ottiche di tipo corporativo di vecchia scuola, senza rendersi conto che il mondo del lavoro e dell’impresa va avanti nella direzione opposta». Accidenti che accuse alla Fiat di Elkann e alla Mediobanca di Pagliaro. Chissà se Della Valle lancerà un’opa per vendicarsi e magari metterà Carlo Rossella a fare il direttore del Corriere come aveva proposto anni fa? La lista dei consiglieri, comunque, è composta da: Umberto Ambrosoli, Roland Berger, Andrea Campanini Bonomi, Fulvio Conti, Luca Garavoglia, Piergaetano Marchetti, Paolo Merloni, Carlo Pesenti, Angelo Provasoli, Giuseppe Vita, Graziano Molinari, Laura Mengoni Bottani. Il bocconiano Provasoli diventerà presidente al posto del notaio Marchetti che resterà in consiglio come indipendente, perpetuando una tipica ipocrisia del nostro capitalismo che consente a un amministratore prima di essere presidente di tutti i soci e poi diventare indipendente. L’amministratore delegato Perricone, un protetto di Montezemolo, che firma un bilancio gravato da maxi svalutazioni degli investimenti in Spagna, se ne va, non senza aver incassato bonus e liquidazioni. Chi sarà il successore? Ieri è circolata pure l’ipotesi di spostare il direttore Ferruccio de Bortoli al posto di Perricone. Si aprirebbe un vuoto al vertice del quotidiano. Ma in via Solferino può succedere di tutto.                                  
                                                                                                             r.d.p.c.m.s.
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