venerdì 17 febbraio 2012

ACCORDI A EUTELIA E FINCANTIERI SALVI I POSTI DI LAVORO

A In tempi di crisi economica, quando le cronache sindacali sembrano bollettini di guerra fatti da licenziamenti e chiusure, qualsiasi accordo sindacale che riesca a salvare il posto di lavoro a tutti i dipendenti viene salutato con particolare soddisfazione. Dal tracollo alla cessione.Ma se la vertenza in questione è quella dell’azienda aretina Eutelia, «sopravvissuta ai gironi danteschi» della gestione truffaldina dei Landi - finita all’ attenzione della magistratura penale e conclusasi con l’amministrazione straordinaria diquello che era ilquinto operatore nazionale di telecomunicazioni - allora l’intesa raggiunta ieri dai sindacati di categoria Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom con la nuova proprietà Cloud Italia ha quasi del miracoloso. Solo la scorsa settimana i 360 dipendenti scioperavano e manifestavano contro le iniziali proposte degli acquirenti per il riassorbimento di solo 230 lavoratori, mentre la riassunzione dei restanti veniva condizionata all’andamento economico dell’azienda.Oggi e domani, invece, saranno chiamati ad approvare un accordo sindacale che prevede l’assunzione immediata di 240 lavoratori delle sedi di Milano, Arezzo, Roma e Napoli, mentre i restanti 120 verranno reintegrati a scaglioni in azienda entro luglio 2014. Per costoro, nel frattempo, saranno attivati cassa integrazione e corsi di formazione professionale. «Con grande soddisfazione siamo riusciti a garantire il perimetro occupazionale dell’azienda e a togliere qualsiasi margine di aleatorietà agli impegni degli acquirenti» spiega Riccardo Saccone della Slc. «Considerando che l’attività della società si concentrerà sulla tecnologia cloud per la piccola e media impresa, oggi in espansione, e che l’azienda ha resistito in questi anni a vicissitudini terribili, siamo ottimisti sulle sue possibilità di rinascita». Nuove commesse e progetti.Altrettanto complessa e sofferta l’altra vertenza industriale che, dopo mesi di scioperi e proteste, ieri ha trovato finalmente una soluzione: quella della Fincantieri di Sestri Ponente. Ancora pochi giorni fa nulla si sapeva del suo destino dopo il mese di marzo, quando sarà conclusa la nave attualmente in produzione. Adesso, invece, sono arrivate una nuova commessa per la costruzione di una chiatta e un’intesa sindacale - raggiunta dopo una maratona di trattative, dodici ore senza soluzione di continuità, ed approvata ieri all’unanimità dai lavoratori riuniti in assemblea - a rischiarare il futuro dei dipendenti del cantiere. Dei 750 addetti complessivi dello stabilimento ligure, per 330 è prevista l’uscita temporanea dal lavoro. Ma se Fincantieri aveva inizialmente indicato come «eccedenze strutturali» gli operai, puntando quindi a procedure di mobilità, i sindacati hanno chiesto ed ottenuto che per loro si profili un periodo di cassa integrazione. Gli esuberi verranno gestiti in modi diversi ma «mai traumatici per i lavoratori»: cassa integrazione straordinaria, prepensionamenti incentivati, ma anche mobilità incentivata e trasferimenti volontari in altri cantieri. La forza lavoro che rimarrà in cantiere sarà destinata alla gestione dell’attività ordinaria, alla nuova commessa e ai nuovi progetti che sono però legati alla realizzazione del “ribaltamento a mare” del cantiere attuale, per cui si profilano attività di costruzione, ma anche di meccanica industriale.                                                                                       
                                                                                                                   r.d.c.p.m.s.
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