giovedì 22 dicembre 2011

BENEVENTO, 14 RINVII A GIUDIZIO TRA LORO, MASTELLA E LA MOGLIE

A Tutti i 14 indagati nell' inchiesta per l'apertura del Centro Commerciale «I Sanniti» a Benevento, tra cui l'imprenditore Maurizio Zamparini, presidente del Palermo calcio, e i coniugi Clemente Mastella e Sandra Lonardo, sono stati rinviati a giudizio dal Gup Flavio Cusani, che ha accolto la richiesta avanzata dal sostituto procuratore, Antonio Clemente. Oltre ai coniugi Mastella e Zamparini, sono stati rinviati a giudizio Aldo Damiano, Rosa De Santis, Francesco Cassano, Mario De Lorenzo, Giuseppe Iadicicco, Luigi Giuliano, Vincenzo Zagarese, Paolo D'Arco, Antonio Orlacchio, Erbert Rosenwirth e Giovanni Mirabella, molti dei quali amminsitratori o funzionari del comune di Benevento. La prima udienza del processo è stata fissata al prossimo 18 aprile. I coniugi Mastella sono coinvolti nell'inchiesta per un contributo di 50mila euro che Zamparini avrebbe elargito all' Associazione onlus Iside Nova - di cui la ex presidente del consiglio regionale Lonardo era socio - che per anni ha organizzato nel capoluogo sannita la manifestazione «Quattro notti e.più di luna piena». «Rispettiamo la decisione che oggi è stata assunta dal Gup di Benevento, pur non condividendola - ha detto uno dei legali dei coniugi Mastella, Domenico Russo - Ci difenderemo con assoluta serenità nell'ambito del processo e con pieno rispetto e fiducia nei magistrati giudicanti del Tribunale di Benevento. Sono assolutamente certo che, alla fine del processo, i miei assistiti, Clemente Mastella e Sandra Lonardo, riusciranno a dimostrare la loro piena innocenza». «Un ex ministro della Giustizia ha il dovere di rispettare qualsiasi giudizio che lo riguarda, ma in questo caso, prendendomi una licenza, lo ritengo illogico ed inverosimile», ha detto Mastella. «Dire che sia un fulmine a ciel sereno -dice Mastella - significherebbe da parte mia dire una bugia. Confermo invece sia per me che per mia moglie, che non abbiamo mai messo in tasca un euro, di non aver mai chiesto un euro a nessuno e di esserci sempre mossi nell'ambito della legalità. Mentre auguro a tutti un felice Natale, rivolgendomi ai cittadini e ai miei elettori, parlando anche a nome di mia moglie, voglio dire che questa insensata vicenda non scalfisce nè la nostra dignità, nè la nostra credibilità. A questo punto - continua l'ex Guardasigilli - auspico solo un giudizio rapido, severo e sereno dove i magistrati, nel processo, potranno valutare assurdità, negligenze, criteri valutativi diversi tra figli e figliastri e tante altre anomalie.» «Certo, essere accusati tra l'altro di aver fatto pressioni indebite su dipendenti pubblici del Comune di Benevento che neppure conosco - ah concluso - lascia l'amaro in bocca. Peraltro davanti al giudice ho dichiarato, e lo farò anche nel processo, che laddove avessi perpetrato una simile azione mi sarei dimesso da Parlamentare Europeo. E questo lo confermo».
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CALCIO/DONI, OSTI, SANTONI, TABULATI CHE FANNO TREMARE L'ATALANTA


Si allungano le ombre dell'inchiesta «Last Bet» sull'Atalanta. Oltre al coinvolgimento dell'ex capitano nerazzurro Cristiano Doni, arrestato lunedì scorso, emergono nuovi dettagli che potrebbero rafforzare l'assunto della procura cremonese, secondo cui il calciatore avrebbe agito nelle «combine» in qualche modo anche per conto della squadra o di alcuni dirigenti. È bene precisare che siamo ancora nell’ambito delle ipotesi investigative: in quest'ottica, suggeriscono alcuni investigatori, andrebbe letto il tabulato telefonico raccolto dalla squadra interforze del ministero dell'Interno che indaga sul fenomeno del calcioscommesse in Italia. Ci sarebbe un allegato, infatti, nel quale vengo raggruppate tutte le telefonate fatte da Ljubija Dunderski, giocatore dell’Atalanta dal 1997 al 2001, ad utenze riconducibili a Cristiano Doni, all'ex direttore sportivo dei nerazzurri di Bergamo, Carlo Osti, ora dirigente del Lecce, e ad altri nomi che spuntano nelle carte dell'indagine del procuratore cremonese Roberto Di Martino. L'ipotesi che l'ex calciatore serbo fosse un membro del cosiddetto gruppo degli «zingari», ovvero il fronte slavo della presunta organizzazione dedita alla manipolazione delle scommesse, sembra però ancora da verificare con certezza.Fino a ieri non era ancora chiaro se nelle telefonate si parlasse di scommesse o di affari riconducibili alle giocate. Gli stessi investigatori si dicono cauti: «al momento non possiamo definire Dunderski un membro dell'organizzazione». D'altra parte, i tre, Doni, Osti e lo sportivo serbo, avrebbero potuto tenere dei contatti semplicemente per il loro trascorso nella squadra bergamasca. Poi, però, ci sarebbero i contatti con altri presunti appartenenti all’organizzazione.È chiaro, quindi, che tra Cremona, Napoli, Bari, il fronte delle inchieste sulle partite di calcio combinate si allarga. Sono almeno ventidue i match della massima serie giocati l’anno scorso e ora finiti sotto osservazione. A questi si aggiungono numerose altre partite di serie B e Lega Pro. Le indagini vanno avanti e potrebbero restituire nuovi sviluppi. Attualmente sono almeno tre le procure che hanno focalizzato la loro attenzione sul fenomeno internazionale delle combine. Addirittura a Napoli e a Bari si punta a svelare i possibili legami con la criminalità organizzata. Interrogatori. A Cremona anche ieri è stato un giorno di interrogatori. Davanti al gip Guido Salvini si è presentato Nicola Santoni, ex preparatore sportivo del Ravenna Calcio. Per lui l’accusa formulata dal procuratore Di Martino è di aver fatto da «tramite stabile tra Doni, col quale comunicava in continuazione, e la restante parte dell’organizzazione in ordine alla manipolazione delle partite dell'Atalanta».A questo proposito Santoni avrebbe parlato delle sue responsabilità nella combine di Atalanta-Piacenza, partita del 19 marzo 2011 vinta dai nerazzurri, raccontando di aver corrotto i giocatori del Piacenza perché perdessero l'incontro ma senza fare cenno a un presunto coinvolgimento della società orobica o dell’amico Doni. Santoni avrebbe anche ammesso di aver incontrato lo stesso giorno del match un altro ex calciatore, e indagato come presunto membro del gruppo degli scommettitori, Gianfranco Parlato. I due si sono visti al casello autostradale di Parma, dove Santoni avrebbe dato a Parlato circa trentamila euro, forse frutto della vincita della «combine». Fino a ieri non era ancora chiaro se nelle telefonate si parlasse di scommesse o di affari riconducibili alle giocate. Gli stessi investigatori si dicono cauti: «al momento non possiamo definire Dunderski un membro dell'organizzazione». D'altra parte, i tre, Doni, Osti e lo sportivo serbo, avrebbero potuto tenere dei contatti semplicemente per il loro trascorso nella squadra bergamasca. Poi, però, ci sarebbero i contatti con altri presunti appartenenti all’organizzazione.È chiaro, quindi, che tra Cremona, Napoli, Bari, il fronte delle inchieste sulle partite di calcio combinate si allarga. Sono almeno ventidue i match della massima serie giocati l’anno scorso e ora finiti sotto osservazione. A questi si aggiungono numerose altre partite di serie B e Lega Pro. Le indagini vanno avanti e potrebbero restituire nuovi sviluppi. Attualmente sono almeno tre le procure che hanno focalizzato la loro attenzione sul fenomeno internazionale delle combine. Addirittura a Napoli e a Bari si punta a svelare i possibili legami con la criminalità organizzata. Interrogatori. A Cremona anche ieri è stato un giorno di interrogatori. Davanti al gip Guido Salvini si è presentato Nicola Santoni, ex preparatore sportivo del Ravenna Calcio. Per lui l’accusa formulata dal procuratore Di Martino è di aver fatto da «tramite stabile tra Doni, col quale comunicava in continuazione, e la restante parte dell’organizzazione in ordine alla manipolazione delle partite dell'Atalanta».A questo proposito Santoni avrebbe parlato delle sue responsabilità nella combine di Atalanta-Piacenza, partita del 19 marzo 2011 vinta dai nerazzurri, raccontando di aver corrotto i giocatori del Piacenza perché perdessero l'incontro ma senza fare cenno a un presunto coinvolgimento della società orobica o dell’amico Doni. Santoni avrebbe anche ammesso di aver incontrato lo stesso giorno del match un altro ex calciatore, e indagato come presunto membro del gruppo degli scommettitori, Gianfranco Parlato. I due si sono visti al casello autostradale di Parma, dove Santoni avrebbe dato a Parlato circa trentamila euro, forse frutto della vincita della «combine».                                                                                 p.c.m.s.

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