venerdì 7 ottobre 2011

«IL NUOVO PARTITO? 'SIAMO ITALIA'PIACE MOLTO A SILVIO E A MARINA»

 

«Quella sera a Palazzo Grazioli ho mangiato ottimi maccheroni cacio e pepe, ero seduto alla sua sinistra. Mi ha detto: 'Moretti, lei è un compagno ed è pure interista, un vero disastro. Ma da stasera voterà per me'. Votare anche no, ma posso dare una mano. Se nel Pd la voglia di fare viene letteralmente boicottata, il Pdl oggi è impresentabile. Io ho messo la palla sul dischetto e la porta è vuota: il rigore può tirarlo Silvio ma possono tirarlo Luca Montezemolo, Pier Casini o chi per loro. L'unico escluso è la Lega Nord». Sauro Moretti, insomma, ci mette le idee: «Ce le mettevo anche come consigliere comunale a Forlì, per 10 anni nel gruppo Pds-Ds», ma lì niente da fare. L'imprenditore forlivese ha già registrato il marchio 'Siamo Italia' alla Camera di Commercio di Ravenna in sei differenti categorie merceologiche («partito, associazione culturale, giornale, bandiera, abbigliamento… tutto»). Silurati 'Forza Silvio', 'Italià e il 'Partito della gnocca', è 'Siamo Italia' la ragione sociale che a quanto pare oggi stuzzica il premier Silvio Berlusconi e soprattutto la figlia Marina. 'Si« in verde, 'amò in rosso e 'Italià in bianco. La linea del logo di Moretti è, allo stesso tempo, rivalutare il passato e guardare al futuro: infatti, in 'Siamo Italia' regnano il tricolore e quell'azzurro già tipico del Pdl, della vecchia An ma soprattutto di Forza Italia »i cui delusi ora potrebbero essere recuperati«, avanza l'imprenditore. Il pezzo forte del possibile nuovo simbolo del centrodestra berlusconiano è la sigla, suggeriscono gli ideatori: se 'Siamo Italia' diventasse partito ecco il Psi, se si collocasse come movimento ecco l'Msi. Più che altro, se davvero tutto andrà in porto l'imperativo è declinare il marchio a livello regionale, provinciale, comunale. Berlusconi avrebbe apprezzato davvero e così alcuni suoi ministri come Maurizio Sacconi, che l'avrebbero visionato nel corso di alcuni vertici più o meno informali di Governo. Il segretario Angelino Alfano sarebbe al corrente di tutto e a sua volta gradirebbe. «Sono andato a Palazzo Grazioli il giorno in cui, di mattina, c'era stato Nicolas Sarkozy (martedì 26 aprile, ndr). Io ci sono rimasto dal pomeriggio fino a tarda notte a parlare di lavoro, feste zero». Anche se «Silvio e Marina» sarebbero già pronti, E sul simbolo del nuovo partito di Berlusconi, hanno parlato anche le donne del Pdl, smentendo - in una lettera a più firme - che il premier abbia mai pronunciato il famigerato «Forza Gnocca»: «Tutto falso, Silvio Berlusconi non ha mai fatto la battuta. Lo affermano, a 24 ore dal fatto, sei deputati del Pdl: Barbara Mannucci, Alessandra Mussolini, Melania Rizzoli, Renato Farina, Nunzia De Girolamo, Gabriella Giammanco. «Vogliamo smentire quello che tutti i media strillano ai quattro venti - scrivono in una nota - e cioè che il Presidente Berlusconi, ieri in aula a Montecitorio, abbia fatto la battuta di voler cambiare il nome del partito in 'Forza Gnocca'. Interveniamo solo il giorno dopo - spiegano - perché era inimmaginabile che un fatto così insignificante potesse avere tanto rumore. È incredibili come ciò che dice Berlusconi venga regolarmente alterato. Noi deputati eravamo presenti e affermiamo che le cose non sono andate come dice la stampa». Questa la versione dei 6 deputati: «Eravamo una decina di deputati intorno al premier che parlava di politica e di economia. In ultimo Berlusconi ha espresso il pensiero di voler cambiare nome al partito dicendosi aperto a suggerimenti. Sono stati allora alcuni deputati presenti a tirare in ballo il nome 'Forza Gnocca', facendo il verso a Dagospia che da tempo sarcasticamente ci appella in questo modo volgare. Di fronte a questa battuta, non pronunciata quindi da Berlusconi, il premier ha semplicemente ribadito la volontà di trovare un nome nuovo da sostituire a il Popolo della Libertà». «Dunque - concludono i deputati Pdl - quanto è accaduto è diverso dalle versioni riportate dai media, ma, come accade di frequente, la stampa non perde occasione per stravolgere i fatti. Ci rammarica inoltre constatare che, oltre all'opposizione, anche tra le fila del Pdl, qualcuno non ha perso l'occasione per unirsi al coro di critiche, senza per altro neppure informarsi su come sono andate realmente le cose».                r.d.c.


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