lunedì 20 giugno 2011

CALCIO, LE LACRIME DI SIGNORI «SONO STATO MASSACRATO DAI MEDIA»



«È stato un massacro mediatico». Beppe Signori si presenta in conferenza stampa per raccontare la sua verità. L'ex bomber della Nazionale e della Lazio, il «Beppegol» di cui si parla nelle intercettazioni relative all'inchiesta sul calcio scommesse, ha voluto replicare all'accusa di essere il famigerato capo del 'clan dei bolognesì. All'inizio è visibile la commozione di Signori, tanto che ci vuole l'applauso dei presenti per spingerlo a vincere le lacrime e rompere il ghiaccio. «Mi devo fare forza - ha esordito l'ex giocatore - se no non mi riconosco. Ringrazio le persone che mi son state vicine, avvocati e le persone che mi han mostrato affetto, i tifosi, la mia famiglia. Sono state il mio unico sfogo, non avendo contatti con l'esterno in questi ultimi quindici giorni richiuso a casa. In questi giorni mi son studiato tutta l'ordinanza». «C'è stata una disparità, ci son state notizie inventate e false, è stato un massacro mediatico - queste le dure parole dell'ex bomber - in pochi giorni sono stati cancellati tanti anni di carriera. E non ho potuto rispondere. Sembra che qualcuno si sia divertito. Sin dall'inizio dovevo capire che si trattava di un massacro». Signori non nega il vizio delle scommesse, ma afferma di averlo sempre fatto legalmente e alla luce del sole: «Forse mi porto dietro una nomea sbagliata, ma sono uno scommettitore. Mi piace scommettere, ma solo legalmente, mi piace fare la sfida del buondì. Queste sono le mie scommesse». Segue poi il racconto del retroscena dell'arresto: «Ho scoperto dell'indagine mentre ero in treno, vedendo su un sito la mia immagine in manette. Arrivato a Bologna mi portano in questura. Mi son ritrovato come in certi film, appoggiato al muro, mi han preso le impronte digitali. Ero sotto shock, non capivo ancora di cosa stavano parlando - ha proseguito Signori - mi chiama un giornalista, e gli chiedo di avere pietà. Il giorno dopo hanno scritto che già chiedevo scusa. In verità, chiedevo solo di capire cosa stava succedendo». Sotto accusa ci sono giornali e televisioni: «Si è pensato solo a denigrare, ma in questa ordinanza non compare una mia sola intercettazione che sia una su 50mila. Facevo i segnali di fumo, forse? Eppure questo non è stato riportato dai giornali, mi chiedo il perché di tanto accanimento, tanto massacro». Signori tiene poi a precisare di non aver alcun rapporto con gli indagati coinvolti nell'inchiesta: Maledetto fu il 15 marzo, dove fui invitato dai miei due commercialisti all'incontro con due persone (Erodiani e Bellavista, ndr) che non avevo mai visto. È lì che nasce tutto. Io non ho fatto altro che andare ad ascoltare, ingenuamente, scrivendo delle condizioni altrettanto ingenuamente: il famoso 'papellò. Volevo capire a cosa serviva la mia presenza in quell'incontro. Ebbene, servivo solo da garante. Con la mia garanzia, si poteva eventualmente avvicinare giocatori di Serie A. Ma io quelle due persone le ho viste in quella volta, ed è stata l'ultima - aggiunge Signori - mi han chiesto di investire soldi, ho rifiutato. Anche perché non si possono coinvolgere giocatori di Serie A. Dissi che non ero interessato. E che non ho le disponibilità economiche per poterlo fare. Da queste quattro persone e dagli altri indagati non ho mai ricevuto assegni o soldi in contanti, e non ho mai dato loro assegni e soldi in contanti. Mai ricevuto né dato. Lo dico con la massima tranquillità«. L'ex bomber laziale precisa di non aver più visto Erodiani e Bellavista dopo quell'incontro e smonta la chiacchierata visita dei cinesi al ritiro del Bologna: semplicemente, ragazzi «conosciuti a Pechino durante il mio lavoro televisivo per un tv di Pechino durante i Mondiali. Volevano aprire un camp qua in Italia. Sono andato dal Bologna, e ho chiesto se potevo assistere ad un allenamento. Abbiamo discusso della possibilità di un'amichevole in Cina, poi li ho portati a vedere Milan-Bologna. Tutto qui: una cosa semplice». Signori si dice fiducioso sul lavoro della giustizia: «Ho le mie verità e non ho nessun problema ad affrontare le prossime indagini. Trent'anni distrutti in quindici giorni, qualcuno me li dovrà restituire». Per un pò, però, starà lontano dal mondo del calcio: «Avevo già firmato due contratti e chiederò che siano messi da parte, uno era con Mediaset, l'altro con Sky365 (famoso bookmaker, ndr). Nemmeno a farlo apposta».

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