giovedì 16 giugno 2011

BERLUSCONI: «NON C'È ALTERNATIVA, LA GENTE MI AMA»  LA SBERLA? COLPA DI CROZZA, FLORIS E SANTORO


Silvio Berlusconi vive in un Paese che lo ama. Le elezioni amministrative, il voto dei referendum, le contestazioni nelle piazze non esistono. «Il mio consenso personale rimane il più alto – dice il Premier – e anche quando passeggio per la strada la gente mi riempie di entusiasmo. Per questo sono pronto a battermi come sempre». «Sono intimamente convinto che non ci sono alternative a questo governo e a questa maggioranza». La fiducia? Il governo è autorizzato a porre la questione di fiducia sia sul dl sviluppo che su eventuali documenti da sottoporre al voto del Prlamento per la verifica della maggioranza. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa a palazzo Chigi. «Sono stato autorizzato - ha detto Berlusconi - a porre la fiducia sia sul decreto sviluppo che sull'eventuale richiesta di documenti con cui misurare la nostra maggioranza in Parlamento. Sono convinto - ha aggiunto - che avremo una larga maggioranza di supporto». Il calo dei consensi? Nel mirino di Silvio Berlusconi finisce anche Maurizio Crozza. Il premier in Cdm ha elencato una serie di motivi per cui il governo ha registrato negli ultimi tempi un calo di consensi. Tra questi, la crisi europea e l'effetto referendum causato, a suo dire, dalla paura per il nucleare. Ma anche - ha argomentato il Cavaliere durante la riunione del governo - alcune trasmissioni televisive che si sono scagliate contro l'esecutivo. Il presidente del Consiglio ha citato i programmi di La7, tra cui quello di Maurizio Crozza, e le trasmissioni Rai Annozero e Ballarò. Al contrario di tanti leader europei che hanno perso il loro consenso - ha sostenuto il presidente del Consiglio secondo quanto viene riferito -, io godo ancora della fiducia dei cittadini. Il Cavaliere anche durante la riunione del Cdm ha ribadito che il governo va avanti. La manovra sarà presentata dopo la verifica e dopo il Consiglio Ue di Bruxelles. «Non siamo preoccupati sull'impatto che la manovra potrà avere sui cittadini italiani»., ha detto il Cavaliere. A pochi giorni dalla verifica parlamentare e nel pieno di una nuova vicenda giudiziaria che rischia di investire la politica e la stessa maggioranza, Berlusconi non trova di meglio che ostentare sicurezza. Non lo preoccupano i giudici, ma nemmeno le sorti del governo: «Non ho paura di nessuno - afferma – la maggioranza tiene assolutamente». Per accontentare la Lega linea dura sugli immigrati: «Con Maroni abbiamo approvato un decreto sull'immigrazione per l'espulsione coattiva immediata di tutti i clandestini», ha detto il premier durante la conferenza stampa a palazzo Chigi dopo il consiglio dei ministri. Su Lampedusa. dove comprerà casa il 28 giugno, ha detto di volerla far diventare zona franca: «Anche il Re di Napoli nel 1855 aveva concesso a Lampedusa la possibilità di essere zona franca. Questo sarà un buon elemento di supporto per la richiesta che faremo all'Europa. Possiamo avere buone speranze di ottenere» la zona franca «per la posizione geografica di Lampedusa». «Con un decreto approvato oggi prolunghiamo il tempo di trattenimento nei Cie da sei a 18 mesi, attraverso una procedura di garanzia che passa dal giudice di pace». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine del Consiglio dei ministri. La questione libica non è stata affrontata ma è una delle spine del rapporto con il Carroccio. «Siamo molto attenti sviluppo delle azioni militari. Noi siamo entrati nell'alleanza con voto del Parlamento e con l'ok del Capo dello Stato. Siamo lì e seguiamo evolversi situazione che non vogliamo si trasformi in una palude e speriamo possa terminare presto con la cessazione dell'attuale regime». Malgrado l'ottimismo ostentato del premier, la tensione nella maggioranza è alta. Giallo sul pollice verso di Bossi. Alla domanda sulla tenuta del governo. il leader leghista ha risposto due volte con il pollice verso. Dopo poco arriva la smentita dell'ufficio stampa, ma il gesto ormai era stato registrato. E il premier sposa questa versione: il pollice verso di Bossi, «era rivolto a voi», ha detto Berlusconi rispondendo ai cronisti che chiedevano un commento sul 'giallò del gesto del leader della Lega. «Rimando a Pontida», afferma sorridendo il ministro dell'interno, Roberto Maroni, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, che stringendo il braccio al premier aggiunge: «e Berlusconi ascolterà attentamente». Pier Luigi Bersani ha duramente criticato le dichiarazioni di Silvio Berlusconi su giudici e maggioranza. «Sono dichiarazioni di una superficialità e una irresponsabilità che fa impressione», ha detto il segretario del Pd ai cronisti sotto la sede del partito. «La situazione che abbiamo davanti è veramente preoccupante», ha aggiunto. L'inchiesta sulla cosiddetta 'P4', che ha portato agli arresti domiciliari di Luigi Bisignani, uomo vicino a Letta, e alla richiesta da parte della procura di Napoli di autorizzazione ad eseguire la custodia cautelare in carcere per il deputato Pdl Alfonso Papa, però scuote i palazzi e c'è già chi teme una nuova Tangentopoli. Dalle carte dei pm napoletani emergono i nomi di Gianni Letta, Italo Bocchino, Denis Verdini. Il Pdl fa quadrato, ma anche dall'opposizione si levano voci a sostegno del sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Il leader Udc, Pier Ferdinando Casini è pronto «a mettere la mano sul fuoco» a favore di Letta: «è un uomo che parla con tutto il mondo e tutto il mondo parla con lui. Se c'è una persona su cui metterei la mano sul fuoco per onestà e correttezza quella è Gianni Letta». Enrico La Loggia (Pdl) ricorda che «Gianni Letta è da anni uno dei più grandi ed affidabili servitori dello Stato, dote riconosciutagli da tutti indistintamente. Inoltre, è una persona per bene della quale mi onoro di essere amico. Sono quindi certo che quanto sta emergendo in queste ore non lo sfiorerà neanche da lontano». Per il capogruppo Pdl alla camera, Fabrizio Cicchitto, «la magistratura sta approfittando delle difficoltà della maggioranza per rilanciare l'attacco della cavalleria giudiziaria». Di diverso avviso il leader Idv, Antonio Di Pietro: «La questione morale non si è mai chiusa da quando, quel lontano febbraio 1992, arrestammo Mario Chiesa. Da allora ci sono sempre gli stessi personaggi che si propongono e ripropongono per fare il bello e il cattivo tempo. Per questo credo ci sia bisogno di un rilancio etico nelle istituzioni».

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