domenica 8 maggio 2011

NAPOLITANO: NO A ROTTURA DELLA LEGALITÀ

NAPOLITANO: NO A ROTTURA DELLA LEGALITÀ DAI GIUDICI UN CONTRIBUTO DI FERMEZZA



ROMA - In occasione della Giornata della memoria dedicata alle vittime del terrorismo, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sottolinea il "peculiare di fermezza, di coraggio e insieme di quotidiana serenità e umanità nello svolgimento di una funzione essenziale per poter resistere all'ondata terroristica e averne ragione". "Negli anni degli attentati terroristici, l'Italia corse rischi estremi. Sapemmo uscirne nettamente, pur pagando duri prezzi, e avemmo così la prova di quanto profonde fossero nel nostro popolo le riserve di attaccamento alla libertà, alla legalità, ai principi costituzionali della convivenza democratica, su cui poter contare", scrive nell'introduzione del capo dello Stato, e presidente del Csm, per il volume a cura del Consiglio superiore della magistratura Nel loro segno, che ricorda i 26 magistrati vittime del terrorismo e delle stragi di mafia e che sarà presentato domani, nel corso della celebrazione in programma al Quirinale alle 11. Il volume è aperto anche dalla presentazione del vicepresidente del Csm, Michele Vietti."Quelle riserve - prosegue Napolitano - vanno accuratamente preservate, ravvivate, e messe in campo contro ogni nuova minaccia nella situazione attuale del Paese e del mondo che ci circonda. E' infatti necessario tenere sempre alta la guardia sia contro il riattizzarsi di focolai di fanatismo politico e ideologico sia contro l'aggressione mafiosa". Quindi il presidente della Repubblica lancia un appello: "No alla violenza e alla rottura della legalità in qualsiasi forma: è un imperativo da non trascurare in nessun momento, in funzione della lotta che oggi si combatte, anche con importanti successi, soprattutto contro la criminalità organizzata, ma più in generale in funzione di uno sviluppo economico, politico e civile degno delle tradizioni democratiche e del ruolo dell'Italia". Dal canto suo, nella presentazione del volume, il vicepresidente del Csm, Michele Vietti sottolinea che è "importante evitare ignobili provocazioni che equiparano Brigate Rosse e magistrati". E ribadisce l'importanza di "coltivare la memoria, non dimenticare mai chi si è battuto ed ha accettato il rischio di sacrificare la propria vita per 'stare dalla parte giusta', evitando confusioni tra chi ha presidiato la frontiera dello Stato e chi ha tentato di abbatterla sull'altro versante, dalla parte sbagliata"."Quando si toccano gangli vitali della vita democratica di un Paese, intrecciati per di più con drammatiche vicende destinate a rimanere ferite aperte nella coscienza collettiva di un popolo e nel cuore dei familiari delle vittime dei nemici dello Stato - conclude il vicepresidente del Csm - le analogie non possono essere utilizzate né per facezia né tanto meno per inaccettabili strumentalizzazioni"

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