giovedì 25 novembre 2010

MONTEZEMOLO STRAPAZZA SILVIO: «BASTA CON I SUPERMAN»

Se non è una discesa in campo ufficiale, ci somiglia molto. Quaranta minuti di discorso tutti politici, per parlare della «ricostruzione» dell’Italia, dopo 15 anni di «non scelte» che ci hanno portato a un «obiettivo arretramento». E per dire che lui vuole essere in prima fila: «La vita mi ha dato molto, per questo ho il dovere di fare qualcosa per il mio Paese». Luca di Montezemolo di fatto è già in politica. E picchia duro sul suo bersaglio naturale, il Cavaliere. «Lo one man show è finito, ora è il momento di uno sforzo corale, non di pochi superman». Ce l’ha col Cavaliere? «Non parlo solo di lui, ma certo lui ha rappresentato una fase della politica molto personalizzata. Sono fasi della storia, che cambiano. Anche per me la politica da solo non avrebbe senso, mi sono sempre circondato di persone molto più brave di me. Conta la squadra». Dice di non volere le elezioni, sprona il governo a «fare», ma ormai parla del Cavaliere al passato: «Un ciclo si va chiudendo nel peggiore dei modi, le promesse della seconda Repubblica non si sono realizzate. Bisogna ricostruire partendo dall’etica, dai doveri. E da una grande operazione sullo stato di salute in cui versa il Paese. Non ho dubbi che l’Italia ce la farà, pochi paesi hanno tante energie e talenti». IRONIA SUL CAVALIERE Il presidente della Ferrari sceglie l’appuntamento della sua Fondazione Italia futura dedicato al lavoro giovanile per presentare le sue ricette. Rosso Ferrari un po’ dappertutto, nella sala dietro piazza di Spagna. Ironia sul governo, che proprio ieri mattina ha presentato un pacchetto di proposte per i giovani molto simili a quelle di Montezemolo, a partire dagli sconti fiscali per le nuove imprese giovanili: «Ci fa un enorme piacere che le nostre proposte siano apprezzate». Poi il lapsus: «Siamo felici che il governo continui a bruciarsi... a bruciarci sui tempi, per noi è un ottimo incentivo ad andare avanti». Risate in sala. Berlusconi, in mattinata, lo aveva punzecchiato: «Gli altri parlano, noi facciamo». E lui: «Dichiarazioni nervose». Parlano gli esperti, Marco Simoni, Irene Tinagli, alcuni giovani scelti tra le centinaia che hanno scritto per raccontare le loro storie di talento e difficoltà. Montezemolo chiosa: «Non esiste una maledizione che costringa l’Italia al pantano, sembriamo un pugile all’angolo, dobbiamo liberarci delle paure». Fa un passo avanti: «Inizia una fase nuova per Italia Futura, non siamo un centro studi, la nostra presenza sul territorio crescerà, e anche il mio impegno». «La politica non è un monopolio della classe politica», attacca l’ex numero uno della Fiat. «Una classe politica autoreferenziale, miope, che ha perso il contatto con i problemi veri del Paese». Spara e zero. E prova a costruire i fondamentali della sua visione: «Bisogna investire in cultura e ricerca, mangiare cultura fa bene al Paese». Due le parole chiave: «Crescita e solidarietà, due alberi secolari, dobbiamo farci carico di chi sta meno bene». Dove intendete collocarvi? «Presto per dirlo, comunque è un progetto riformista», spiega Andrea Romano, direttore di Italia Futura. Che racconta dei 25mila iscritti, e del radicamento che sta per partire: Toscana, Piemonte, Napoli, Genova, queste le aree col maggior numero di iscritti. In alcune di queste zone potrebbero partire anche esperimenti di liste civiche, embrioni del partito di Montezemolo, che la Swg già fissa al 9%. Intanto ieri è stato assestato un bello «schiaffo» al Cavaliere, sussurrano nel backstage. In platea c’è Massimo Calearo dell’Api che lo saluta calorosamente, Casini manda gli auguri: «Se vuole entrare in politica è benvenuto, ma io non ho accordi con nessuno». Apre Enrico Letta: «Analisi e proposte interessanti e condivisibili». 
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