mercoledì 10 novembre 2010

A MASI NON PIACE, AL PUBBLICO SÌ BENIGNI TRIONFA, MA NO RAI A NATALE


Record di ascolti per l’esordio di "Vieni via con me", il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano su RaiTre: 7 milioni e 600mila spettatori e una media del 24,48 per cento di share, con picchi fino a 9 milioni 321mila persone e il 32.02% quando Roberto Benigni ha cantato la canzone scritta con Paolo Conte che dà il titolo al programma sulla cui messa in onda il direttore generale, Mauro Masi, ha posto ostacoli fino all’ultimo. Il comico toscano ha partecipato a titolo gratuito come schiaffo al blocco sui compensi, così come il maestro Claudio Abbado, che ha testimoniato contro i tagli alla cultura. E Nichi Vendola che ha declinato le offensive definizioni dei gay.«I risultati degli ascolti hanno premiato la qualità di una pagina di televisione che solo la Rai poteva offrire al suo pubblico», ha commentato il presidente Rai, Paolo Garimberti, che aveva garantito la qualità del programma, «un grande esercizio di libertà sia da parte degli autori sia da quella dei telespettatori» (il più alto share di RaiTre degli ultimi dieci anni), «quella libertà che, come avevo scritto rispondendo all’appello rivoltomi da Saviano, deve saper coniugare la scelta con la responsabilità». Garimberti ha anche telefonato a Fabio Fazio per fargli i complimenti e ringraziare Saviano e tutta la squadra. Il presidente ha anche apprezzato il bellissimo balletto finale di danza contemporanea, eseguito da professionisti di famosi corpi di ballo, che ha raggiunto un 29% di share. Il programma ha battuto il Grande Fratello (della stessa produzione Endemol)su Canale5, fermo al 20% con 4 milioni 850mila telespettatori. Diverso il pubblico, "Vieni via con me" è stato seguito da giovani e da laureati (46,21% di share). È la prova che «una tv diversa è possibile», commenta il direttore di RaiTre, Paolo Ruffini, «felice del programma, di quello che ha raccontato e di come lo ha raccontato» e felice per gli ascolti, segno che «la libertà non è nemica della buona tv». Niente Dante-Benigni a Natale? Per tutta riconoscenza la Rai sembra che non voglia mandare in onda a Natale una serata speciale di Benigni , un mix tra Dante e l’attualità, proposta per il 21 o il 28 dicembre. Problemi di budget, dicono. Per le altre tre serate del duo Fazio-Saviano fervono i contatti con Celentano e Paolo Rossi, ma la sfida, spiega il capostruttura Mazzetti, «è prima di tutto andare in onda. Abbiamo provato due giorni prima, ci hanno fatto perdere un mese». Ora si teme una contro-programmazione Rai, che lunedì è stata demandata al Gf. Nonostante e la satira su «una certa Ruby...» e la denuncia di Saviano sulla «macchina del fango», il coro del Pdl dentro e fuori Viale Mazzini è rimasto quasi muto. L’Udc Rao avverte Masi: «Riveda il suo annunciato proposito di abolire a gennaio questa e altre trasmissioni di successo, solo perché poco gradite a qualcuno». Il Dg, infatti, è tornato alla carica per eliminare Santoro da gennaio, non rinnovando il contratto che scade il 31 dicembre. «Credo che il direttore generale della Rai debba chiedere scusa a Saviano, a Benigni, a Fazio, al maestro Abbado, a Ruffini e al pubblico», commenta Nino Rizzo Nervo, consigliere Rai del Pd, che dà il benservito a Masi: «Un Dg che impegna le sue energie soltanto nel frapporre ostacoli a quelle trasmissioni che giustificano il servizio pubblico, di televisione non capisce nulla e di conseguenza, prima di compiere altri danni, dovrebbe ammettere la propria inadeguatezza».A sfiduciare Masi ci stanno pensando tutti i giornalisti Rai con il referendum indetto dall’Usigrai. Nei seggi aperti da ieri fino a giovedì stanno accorrendo giornalisti iscritti e non al sindacato per rispondere al quesito: «Alla luce delle politiche aziendali fin qui perseguite esprimi fiducia nel direttore generale Mauro Masi? Sì-No. Articolo21 e «Valigia Blu» hanno aperto un voto elettronico per i dipendenti Rai sui siti: valigiablu. it; articolo21.info; reportersenzarete. org . Lui, Masi, è sprezzante: «Nessun voto mi farà dimettere, io rispondo al Cda e all’ azionista». ha detto in un’intervista a "Repubblica", sentendosi una star. «Bene, al Cda e all’azionista sottoporremo la nostra espressione di voto», ribatte Verna, segretario Usigrai. Sul Dg gravano lo sciopero dei lavoratori Rai del 10 dicembre e la mozione sul pluralismo presentata di Fli, alla Camera il 22 novembre.
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