sabato 6 novembre 2010

«PD IN PIAZZA L'11 DICEMBRE A ROMA CONTRO IL GOVERNO» BERSANI AI CIRCOLI PD


Due mesi di sforzo per cambiare
Vi chiedo di fare questi due mesi un sforzo particolare, lo farò io e non intendo giocarmelo nei salotti (applausi). Ristabiliamo noi i contatti tra politica e paese. A noi interessa davvero l'Italia e vogliamo un cambiamento.
Chi nega differenza tira volata a premier
C'è una bella differenza e chi dice che non c'e differenza tra noi e loro sta tirando la volata a Berlusconi.          I nostri no
È giusto che 10% popolazione abbia il 47% di tutta la ricchezza e non dia un contributo? No. È giusto che chi paga le tasse le paghi anche per chi porta i capitali all'estero? No. È giusto abbassare l'età dell'obbligo? No. È giusto che si stia lì su un fantapiano nucleare irrealizzabile del governo? È giusto tagliare le mense? Mentre raddoppiano i voli di Stato?
Lega aspetta eredità di Berlusconi
Lega, non mi si dica Roma ladrona se state da anni con i ladroni che hanno fatto le leggi della cricca. Non mi si dica federalismo delle chiacchiere, i Comuni mai stati peggio. Stanno lì a far la badante a Berlusconi per prendergli l'eredità ma il paese non ci guadagna. Stanno lì ad aspettare. Il presidente del Veneto dice Veneto abbandonato. Ma da chi se hai il ministro degli Interni? Se hai trovato i soldi per le quote latte.
Manifestazione nazionale l'11 dicembre
Se siete d'accordo la faremo l'11 dicembre a Roma (la sala applaude). Bene, vedo che siete d'accordo. Abbiamo a cuore tre cose democrazia, lavoro, solidarietà. Parleremo di questo a un paese sbandato. Stiamo facendo una grande iniziativa capillare estesa in tutto il paese. Siamo l'unica forza che può farlo e dobbiamo dimostrare. A Napoli ai primi di dicembre un'assemblea nazionale per sviluppare i temi programmatici. A Torino, non ho parlato di questione settentrionale per meridionale perché nel Mezzogiorno ci vuole cambiamento.
Non voglio rifare l'unione
Non voglio rifare l'unione, scandisce il segretario del Pd.
Un'ora diun precario costi come lavoro stabile
Serve politica industriale e di ricerca ma con nuove norme. Un'ora di lavoro precario non può costare meno di una stabile. Stiamo lavorando a un progetto alternativo.
Governo di transizione non è l'alternativa del paese
Noi visto per primi dove andava la crisi e dove andava Berlusconi. Ora traccheggiare significa lo sbando del paese. Chi le ha si prenda sue responsabilità. Noi abbiamo chiarito la nostra disponibilità. Un progetto di paese alternativo per il quale lavoriamo non lo affidiamo centro a un governo di transizione.
Legge elettorale, rischio democrazia
Legge elettorale? Non vogliamo un paese così, non voglio fare il presidente della Repubblica o nominare i deputati con una legge così che mette a rischio i pilastri costituzionali.
Messaggio a Fini: prenda sue responsabilità
Il paese va allo sbando. Berlusconi si dimetta. Non si dimette? Chiunque l'ha criticato si prenda la sua responabilità, stacchi la spina. Perché non vogliamo ribaltoni, vogliamo una ripartenza del paese.
Crisi fa ruzzolare concetto solidarietà
Vuoi dare soldi ai Comuni per le spese sociali? No, glieli tagliano. La linea del partito è far capire chi fa queste cose. E se rimanesse un euro lo si dà a un'iniziativa sociale per i bisogni veri più estremi. Ho fatto il ministro allo sviluppo economico: se una cooperativa dei disabili che non ce la fa più, si dà una mano. La crisi può far ruzzolare il concetto di solidarietà.
L'affaccio dev'essere sempre sul bel tempo
Potevano dire che la crisi c'era? Che era grave? Che abbiamo perso più degli altri. No. L'affaccio dev'essere sempre vicino al bel tempo, al cielo azzurro. Abbiamo il 118% sul Pil. Siamo quelli con il debito più alto in Europa. E siamo a posto? E chi arriva dopo?
La personalizzazione è fallimentare
L'idea che arrivava uno e risolveva ha preso. E se non lui un altro. No, quel meccanismo dobbiamo dire no. Non poteva che essere così: il meccanismo non consente decisioni, la personalizzazione non è per giocarsi il consenso interno ma a solennizzare il capo per il sondaggio del giorno dopo. Non stai sul problema. Vuoi l'applauso, non potresti affrontare il fischio.
No a decisionismo e 'ghe pensi mi'
Abbiamo un partito con un uomo che ha hesso il suo nome in tutte le schede elettorali. Una deriva populista. Non è solo cambio di governo, bisogna far riflettere anche la nostra gente.
Deteriorato molto
Non è solo un uomo che va e viene, qui si è deteriorato molto.
Un minore è un minore
Un minore è un minore anche se non ti sembra. Quando ha 15 anni ne ha 15. è un aspetto drammatico non venuto fuori da tutto il chiacchiericcio. Come immaginiamo l'adolescenza in questo paese? È una vergogna. Non si può traccheggiare.
Uomo pubblico, patente di essere per bene
Il pubblico e privato. Guidare un camion è un fatto pubblico. Ci vuole la patente perché puoi fare danni. Se vuoi la patente per essere uomo pubblico ci vuole la patente che sei un uomo per bene. Poi per qualcuno c'è il dopolavoro del maschio, gli omosessuali...
Ameremmo un premier che possa andare a conferenza famiglia
L'altro giorno dissi: con che faccia lui va alla conferenza della famiglia? Ameremmo un presidente del consiglio che ci potesse andare.
Ameremmo un premier che possa andare a conferenza famiglia
L'altro giorno dissi: con che faccia lui va alla conferenza della famiglia? Ameremmo un presidente del consiglio che ci potesse andare.
Saremo primo partito
Saremo il primo partito. E siamo la principale alternativa.
Critica sì. Ma pretendo rispetto
Quando fui eletto segretario dissi: che tu faccia una critica o meno amici come prima. Sentimento amichevole con tutti quelli nella nostra associazione. Siamo una squadra. Con un solo limite. Critica, dibattito, anche all'aperto, ma con rispetto per la vita e per i membri dell'associazione. Non sempre c'è stato. Io lo pretendo.
No a partito personale plebiscitario
No a partito personale o plebiscitario: perché non ci crediamo. La democrazia non va verso una curvatura plebiscitaria. E sul simbolo di partito Bersani non ce lo scrivo. No alla personalizzazione: abbiamo preso la strada della partecipazione. E saremo avanti. Fare un partito che si concepisce come esercizio collettivo non è facile.
Avanti con la nostra storia
Il territorio è il luogo dove selezioni la gente che è capace di guardare le persone negli occhi. Il mio compito è quello di far girar la ruota ma nel rispetto di chi ci ha portato qui. E non per buona educazione ma per una ragione politica: se uno non pensa di aver qualcosa alle spalle non fa politica. Dove la trova la generosità, l'impegno?
Avanti la nuova generazione. E dare una mano
L'80% dei segretari è sotto i 40 anni. Andiamo avanti così. Ma voi delle altre generazioni date una mano, neh. Rinnovamento non è voto per il più giovane e vado ma lo voto e gli dò una mano. Io farò così.
Berlusconi ci fa un baffo
Noi l'unica opposizione del Paese. Non è vero che siamo arroccati in due-tre regioni. Abbiamo 6mila e tot circoli, facciamo 2000 feste democratiche de l'Unità. La Lega ci fa un baffo, Berlusconi ci fa un baffo.
Parla Bersani: qui parte fase di cambiamento.
Che bel partito che siamo, una gran bella squadra, questo appuntamento sarà ricordato come l'apertura di una nuova fase di cambiamento. Un certo avvitamento anche nostro ci fa perdere di vista la realtà. C'è un problema di sfiducia, di radicalizzazione impotente che non è inferiore a quello che si vide nei primi anni 90. C'è un passaggio di cui si parlerà. Uscire da una politica che si avvita su un'agenda umiliante.
ANDARE IN PIAZZA
Il Pd scenderà in piazza contro il governo Berlusconi. Bersani lo annuncerà oggi parlando ai duemila segretari di circolo riuniti a Roma. I vertici dei Democratici stanno ragionando sulla data più opportuna e al momento l’ipotesi più accreditata è di organizzare la manifestazione a Roma sabato 11 dicembre. L’appuntamento sarà il culmine della campagna di mobilitazione che parte il prossimo fine settimana e che prosegue il 20 e il 27 novembre (più l’Assemblea nazionale di Napoli del 4 dicembre).
Il “porta a porta” sarà lo strumento per dare ampio respiro a un’operazione di contrasto al governo che finora si è giocata soprattutto a livello parlamentare. Bersani sa bene che i numeri alla Camera e al Senato sono dalla parte di Berlusconi. E dopo che ha visto cadere nel vuoto gli appelli a Fini a «staccare la spina», il leader del Pd ha deciso di non aspettare neanche il discorso di domani a Perugia del presidente della Camera e di dare un segnale di accelerazione.
Così oggi, chiudendo l’Assemblea nazionale dei segretari di circolo, farà un discorso d’attacco, difendendo «la politica» da chi la vuole far finire nel più totale discredito e anche l’azione di pressione su Fini: «Se si apre una crepa nella maggioranza è giusto che l’opposizione cerchi di allargarla». Ma ora, dirà incitando i segretari di circolo a lavorare nelle loro città e nei loro quartieri per allargare il consenso (verrà anche distribuito un vademecum su come impostare le operazioni di propaganda), è anche il tempo della mobilitazione.
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