sabato 4 settembre 2010

SCHIFANI FISCHIATO A FESTA PD FASSINO: CONTESTATORI «SQUADRISTI»

Fischi e urla da un gruppo di contestatori al presidente del Senato Renato Schifani al suo arrivo alla festa del Pd dove è un previsto un dibattito con Piero Fassino che ha tentato di calmare i contestatori. Napolitano condanna decisamente la contestazione e la interpreta come un brutto segnale: quello di un clima politico e civile che degenera. LA CONTESTAZIONEIn attesa dell'arrivo del presidente del Senato, Renato Schifani, alla festa democratica a Torino, si è riunito in piazza Castello il Popolo Viola con il movimento dei grillini. Decine e decine di persone, come annunciato su facebook, si sono radunate fuori dallo stand dove si svolgerà il dibattito con Schifani, per contestarlo «sulle sue posizioni sulla mafia vicine a Berlusconi», spiegano i manifestanti. Le forze dell'ordine presenti in piazza Castello, molte in borghese, non hanno fatto entrare i contestatori nell'area dello stand dove sta per iniziare l'incontro. Questo ha scatenato la rabbia dei grillini che, assiepati contro le transenne che delimitano il perimetro dell'area Norberto Bobbio, hanno iniziato ad urlare e fischiare. «È scandaloso che alla festa di un partito che si definisce democratico - spiega Simonetta, una delle manifestanti - ci lascino fuori. Noi vogliamo semplicemente entrare ed ascoltare e fare delle domande a Schifani sull'attuale situazione politica italiana». «Se volete manifestare lo fate fuori dall'area della festa - ha detto loro il segretario provinciale del Pd, Gioacchino Cuntrò - se foste stati invitati vi avremmo lasciati entrare». Proseguono i fischi e i cori al grido «Fuori la mafia dallo Stato». Rivolgendosi a loro Piero Fassino, che sta intervenendo al dibattito con Schifani, ha detto: «abbiamo letto sui giornali in questi giorni che c'è qualcuno che ha tentato di organizzare squadre di contestatori domani a Fini e li abbiamo definiti squadristi. È lo stesso metodo. Vorrei dire a chi sta urlando di provare ad ascoltare, la festa del Pd è un luogo dove si discute e si mettono a confronto le idee». Ai contestatori il presidente Schifani ha detto: «siete un esempio di antidemocrazia, perché volte impedire a due personalità politiche di parlare. Sono onorato di partecipare a questo dibattito e non saranno i vostri fischi ad impedirmi di parlare». IL COLLEPreoccupato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che condanna questa contestazione e ci vede un segno della possibile degenerazione del clima politico. Afferma in una nota il capo dello Stato: «Il tentativo di impedire con intimidatorie gazzarre il libero svolgimento di manifestazioni e discorsi politici è un segno dell'allarmante degenerazione che caratterizza i comportamenti di gruppi sia pur minoritari, incapaci di rispettare il principio del libero e democratico confronto e di riconoscere nel Parlamento e nella stessa magistratura le istituzioni cui è affidata nel sistema democratico ogni chiarificazione e ricerca di verità». Poi la condanna: «Deploro vivamente l'episodio verificatosi oggi a Torino ai danni del presidente del Senato e ogni forma di contestazione aggressiva verso qualsiasi esponente politico nell'esercizio della sua inconfutabile libertà di parola e di opinione». BERSANI: «Nostre feste, luoghi aperti»Il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani ha telefonato al presidente del Senato Renato Schifani per esprimere «solidarietà e profondo rammarico» per quel che è avvenuto oggi a Torino, stigmatizzando «la gazzarra indecente» che ha disturbato il dibattito tra presidente del Senato e Piero Fassino. Lo riferisce una nota del Pd. «Il dibattito politico, anche il più aspro - afferma Bersani - deve segnare un confine netto con la prepotenza e la prevaricazione. Le nostre feste vivono come luoghi aperti di incontro e di discussione politica. Così le abbiamo volute, così sono e saranno. Qualcuno - conclude - si levi dalla testa di poterci intimorire o farci derogare da questa scelta». DI PIETRO«Stiamo dalla parte dei contestatori che sono semplicemente difensori del legalità, della democrazia e degli onesti cittadini. Èora di dire basta a questa ipocrisia imperante». Lo afferma, in una nota, il presidente dell'Italia de Valori Antonio Di Pietro. BEPPE GRILLO«Questo è solo l'inizio. Devono rendersi conto che è finita. Che si blindino con i poliziotti antisommossa, chiamino Maroni e l'esercito. Paghino la gente che va ai comizi per applaudirli. Oppure se ne vadano a casa», così il comico genovese.
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