mercoledì 7 luglio 2010

BOTTE AI TERREMOTATI, BERLUSCONI BLINDATO VERGONA,VERGONA,VERGONA


Alla fine ce l'hanno fatta gli aquilani. Hanno raggiunto piazza di Montecitorio, ma solo dopo uno scontro con la polizia. Tre feriti e tante botte, ma i 5mila sono riusciti a raggiungere la piazza di fronte a palazzo Chigi. Le proteste davanti il Parlamento: Bersani e Di Pietro, Pannella tra la folla. Dopo alcune proteste anche contro il leader del Pd perché facesse di più. Bersani ha risposto: «Serve più rispetto per le persone. Quel che è successo è inconcepibile. La cortina mediatica che ha avvolto le notizie su l'Aquila in questi mesi, ha oscurato anche le nostre proposte in Palramento. Serve subito su una legge speciale per il terremoto, come è avvenuto per tutti gli altri in passato». I manifestanti aquilani stanno lasciando via del Plebiscito dopo il blitz. Le Forze dell'ordine stanno avanzando lentamente e si sono fermate a pochi metri da Piazza Venezia dove il corteo viene deviato per farlo passare da via Botteghe Oscure. Pochi minuti è arrivata anche un'ambulanza per soccorrere una ragazza del corteo che ha avuto un lieve malore per il caldo. È giunta anche un'auto della Protezione Civile che ha distribuito bottiglie d'acqua a tutti. I dimostranti hanno lasciato Palazzo Grazioli senza incidenti. Il sindaco dell'Aquila è costantemente in contatto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Massimo Cialente ha chiamato più volte il braccio destro del Cavaliere per informarlo della situazione. Lo stesso Cialente ha detto ai manifestanti: «Si è vero sto mediando con Letta, ma non si trova Tremonti...». Il sindaco dell'Aquila non ha perso le speranze: «Siamo disperati spero che Tremonti accolga le nostre richieste». Il corteo, con in testa i sindaci abruzzesi, sta sfilando lungo via delle Botteghe Oscure. «Si va al Senato», urlano alcuni manifestanti che al momento sfilano senza scorta delle forze dell'ordine in testa al corteo e stanno paralizzando il traffico. «Berlusconi hai sfruttato il nostro dolore, vieni qui se hai il coraggio». Sono gli slogan scanditi dei manifestanti. Durante la protesta momenti di tensione con le forze dell'ordine che hanno tentato di far indietreggiare il gruppo di manifestanti. I manifestanti hanno gridato anche «buffoni» e «fascisti». A piazza Navona un cordone di polizia e le transenne bloccano il varco che dalla piazza si affaccia sul vicino palazzo del Senato. Agli aquilani si sono aggiunti molti manifestanti con l'agenda rossa in mano. «La piattaforma che gli abruzzesi hanno portato alla manifestazione di oggi ci trova totalmente d'accordo e sarebbe possibile fare qualcosa già nella manovra». Lo dice Pier Luigi Bersani parlando con i cronisti alla Camera. Secondo il segretario del Pd occorre inserire nella manovra «un pacchetto di interventi» per sostenere gli abruzzesi. «Non ci sono terremoti di serie A e terremoti di serie B. Quando noi eravamo al governo, non li abbiamo mica trattati così i terremotati di Umbria e Marche. Andate a vedere come è andata lì la ricostruzione. Il governo in Abruzzo, invece, ha pensato solo all'emergenza e per nulla alla ricostruzione».Gli scontri della mattinaErano arrivati in mattinata a piazza Venezia con circa 45 pullman provenienti dal «cratere» dell'Aquila, la zona più colpita dal terremoto. Volevano protestare davanti al Parlamento perché dal primo luglio hanno ricominciato a pagare le tasse, ha spiegato il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che ha subito capito quanto era tesa la situazione. Due blindati dei carabinieri hanno chiuso ermeticamente l'accesso a via del Corso da piazza Venezia ma un gruppo, un centinaio di persone, ha cercato lo stesso di superare lo sbarramento ed è entrato in contatto con le forze di polizia. Tafferugli e spintoni, tre feriti, ma nessuno è riuscito a superare la barriera delle forze di polizia che sono schierate in assetto antisommossa. A riportare la calma ha pensato lo stesso sindaco dell'Aquila Cialente, che è riuscito a convincere i più agitati a fare qualche passo indietro e a tornare a piazza Venezia. Ma negli scontri ha preso anche lui manganellate. E lo stesso è toccato ad Alfonso, Vincenzo e Marco che insieme ad un signore di 70 anni, facevano parte del servizio d'ordine del corteo.Gli aquilani hanno invaso piazza Venezia e la vicina via dei Fori Imperiali, lanciando un «S.o.s. L'Aquila», chiedendo sospensione delle tasse, occupazione e sostegno all'economia. Chiedono soprattutto una legge organica per la ricostruzione, oltre alla protesta per il pagamento delle tasse che da dicembre i cittadini dovrebbero ricominciare a pagare al cento per cento. Due ragazzi sono stati colpiti alla testa dalle manganellate e sanguinano. Alla fine la polizia ha aperto un varco consentendo ai manifestanti di raggiungere Via del Corso per andare poi davanti al Parlamento. Ma a piazza Colonna sono stati di nuovo bloccati. A quel punto il corteo è tornato verso piazza Venezia, bloccondo il traffico. Sono circa 5mila le persone arrivate dal "cratere", oltre al comune dell'Aquila paesi limitrofi come San Demetrio, Fossa, Torre dei Passeri, in provincia di Pescara, e Sulmona, che pur non essendo stata inserita nell'area dell'epicentro del sisma del 6 aprile 2009 ha subito danni. I manifestanti, arrivati con 40 autobus e in auto, sfilano lungo via del Corso diretti a Montecitorio e nel pomeriggio si concentreranno in piazza Navona. Alla manifestazione, organizzata dal Popolo delle carriole del presidio di piazza del Duomo, hanno aderito tra gli altri i comitati "3 e 32", "Rete Aq", "Eva" (Eco villaggio autocostruito), "Cittadini per i cittadini" e gli universitari che abitavano la Casa dello studente. I manifestanti vestono magliette con su scritto «forti e gentili», come diceva D'Annunzio, «ma non fessi», e portano bandiere nere e verdi, i colori della città. Mentre in piazza continua la protesta degli aquilani, il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, è ricevuto a Palazzo Madama dal presidente del Senato, Renato Schifani.
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