venerdì 4 giugno 2010

INTERCETTAZIONI, NUOVI EMENDAMENTI DEL GOVERNO A DDL

Il Pd si muove con cautela sulle intercettazioni, dopo le "aperture" annunciate dal Pdl. Dopo che ancora due giorni fa il segretario Pier Luigi Bersani aveva annunciato un Pd «di traverso» rispetto al provvedimento della maggioranza, di fronte agli emendamenti che il centrodestra si appresta a mettere sul tavolo i democratici reagiscono con prudenza. È il responsabile giustizia Andrea Orlando a spiegare: «Le proposte che sembrano uscire dal vertice del Pdl affrontano alcuni dei punti da noi indicati come critici. Ora devono diventare emendamenti. Aspettiamo di leggerli per dire se vanno nella direzione giusta». Il partito, del resto, su questo punto è attraversato da visioni profondamente diverse, prova ne è la discussione di qualche giorno fa sull'opportunità o meno di occupare l'Aula di palazzo Madama per protesta. Qualcosa si muove, senz'altro. Sulle norme che riguardano i servizi segreti, per esempio, la presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro riconosce alla maggioranza di aver fatto qualche passo avanti con gli emendamenti presentati al Senato, pur chiedendo che la materia venga stralciata e inserita in un altro provvedimento. Così come non manca chi, rispetto al provvedimento in generale, spiega:«Vediamo cosa scrive davvero la maggioranza. Se dovessero accogliere davvero le nostre richieste forse in qualche modo dovremmo incassare politicamente il risultato...». Uno scenario che, però, al momento è solo futuribile, senza contare che su questo tema il Pd difficilmente potrà scoprirsi 'a sinistrà, con Repubblica e Di Pietro che restano sulle barricate. D'altro canto, viene fatto notare, anche la linea barricadera dovrà fare i conti con il ruolo di Giorgio Napolitano, chiamato a dire l'ultima parola con la firma sul provvedimento: come già accaduto in passato, per il Pd potrebbe essere complicato gridare all'eversione, al colpo di Stato strisciante e, contemporaneamente, difendere il capo dello Stato dalle consuete accuse 'da sinistrà. Dunque, una linea prudente, in attesa di capire quale sarà il punto di caduta della trattativa interna al Pdl e quale sarà l'effetto della 'moral suasion' del Colle su Silvio Berlusconi.
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