domenica 13 dicembre 2009

COMIZIO DI BERLUSCONI: COLPITO DA UN MANIFESTANTE

Era iniziato sulle note di “Meno male che Silvio c’è”, il comizio a Milano di Silvio Berlusconi concluso con un piccolo parapiglia. Il premier mentre andava via è stato colpito da un oggetto metallico brandito da un manifestante. Sembra si trattasse di una piccola riproduzione del Duomo di metallo. L'oggetto ha colpito il premier al labbro provocandogli una ferita. Berlusconi a quel punto è andato alla sua macchina ed è stato portato via. Il manifestante, un 45enne, è stato subito fermato dalla polizia e portato in questura. Avrebbe urlato "non sono nessuno...". «Dovete essere proprio matti a venire qui di domenica sera con questo freddo - erano state le prime parole pronunciate da Berlusconi verso la folla che sventolava bandiere tricolori e del partito - così rischiate di prendervi un accidente». «Solo per te presidente!», la risposta gridata in direzione del premier da diverse persone. «La maggioranza è forte, il governo funziona» ha detto subito il presidente del Consiglio. «Il Pdl è un partito democratico, tutte le decisioni vengono prese dagli organi preposti, non siamo un'oligarchia in cui decidono una o due persone». E poi si è augurato di avere almeno un milione di tessere. «Pensavamo che una campagna di tesseramento non fosse necessaria perché chiunque vota per noi e ama la libertà è tesserato, ma siccome viviamo in un momento di disinformazione totale» ci abbiamo ripensato, osserva. «Virgolettano frasi che non mi sono mai sognato di dire - prosegue - e fanno piovere su di me accuse diverse». Un gruppo di manifestanti di sinistra ha dato vita ad una contestazione in piazza Duomo nei confronti di Silvio Berlusconi scontrandosi verbalmente con i sostenitori del premier. «Noi queste cose non le faremmo mai con voi - ha replicato il premier - per questo dobbiamo contrapporci a voi». I due gruppi di contestatori e sostenitori di Berlusconi sono divisi dai cordoni delle forze dell'ordine. Il premier ha anche attaccato la Rai. «La tv di Stato, con i soldi di tutti, attacca governo e maggioranza, è l'unica tv al mondo che lo fa». E sulla Mafia ha detto stiamo facendo una lotta senza quartiere. «La sinistra, al contrario delle sinistre europee, in Italia è ancora fortemente impregnata dei principi del marxismo. Sono sempre gli stessi». In seguito alle contestazioni al premier alcuni militanti della Giovane Italia, impegnati nel servizio d'ordine, sono venuti alle mani con i contestatori: per sedare gli animi è intervenuta la polizia e la calma è tornata poco dopo. Il premier ha poi continuato parlando ancora di Mafia elencando i presunti successi del governo. «Questa è l'antimafia dei fatti contro l'antimafia delle calunnie e delle menzogne». E ancora sui giudici: «Non si possono accettare che ci siano dei giudici politicizzati che intervengono sull'azione del Parlamento, sull'iter delle leggi». Ancora, non si può accettare «che giudici politicizzati possano intervenire sul Parlamento cercando di influenzarne le decisioni» durante l'iter delle leggi o facendo «ricorso ad una corte», cioè quella Costituzionale composta da uomini che «provengono dalla sinistra». «Questi non sono attacchi - ha sottolineato - ma una fotografia di una situazione preoccupante». «Bossi è un alleato leale a cui siamo legati da amicizia e affetto». E anche per questa ragione, ha detto Berlusconi, «dobbiamo essere sereni e sicuri».E poi i soliti sondaggi. "Il governo ha il gradimento del 55% degli italiani, il presidente del Consiglio del 63% e il Pdl è vicino al 40%". Insomma, un già visto. L'unica vera notizia è la candidatura di Roberto Formigoni come governatore della Lombardia. Per il resto ancora battute sessiste. Una nei confronti della giovane Pamela tesserata numero uno per Giovine Italia. Berlusconi prima di passarle la parola e consegnarli la tessera le ha chiesto il numero di telefono. Il comizio si è chiuso con il coordinatore regionale della Lombardia del Pdl Guido Podestà, che è anche presidente della Provincia di Milano, che ha consegnato a Silvio Berlusconi la tessera numero uno del Popolo della Libertà.

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