lunedì 7 dicembre 2009

INTERVISTA A SILVIA DE MATTEIS, GIULIA DOMINI JANNI, CLARA PANDOLFI ED ELISA PANDOLFI, VINCITRICI NEL QUATTRO DI COPPIA JUNIOR FEMMINILE ALLA SECONDA REGATA NAZIONALE DI FONDO. LE LORO IMPRESSIONI SULLA GARA, LE DIFFICOLTÀ DURANTE IL PERIODO PREPARATORIO E LA SODDISFAZIONE DELL’ALLENATORE E DEI NUMEROSI SOCI DEL TIRRENIA TODARO, ACCORSI AL SALARIA SPORT VILLAGE PER SOSTENERE I LORO ATLETI IN GARA

di PAOLA MAURIZIO



“Non speravamo di riuscire ad ottenere un risultato così rilevante” confessano Silvia De Matteis,Giulia Domini Janni, Clara Pandolfi ed Elisa Pandolfi, medaglia d’oro nel quattro di coppia junior femminile alla seconda Regata Nazionale di Fondo. “Quando ci hanno comunicato che avevamo conquistato la prima posizione, quasi non riuscivo a crederci” afferma Clara, “ci siamo preparate con grande impegno e, alla fine, abbiamo raggiunto l’obiettivo desiderato. Ne siamo veramente molto felici”. É evidente la gioia negli occhi di Elisa, che aggiunge, alle parole della sorella: “è solamente un anno che pratico questo sport, quindi, vincere la prima gara importante, oltretutto a livello nazionale, rappresentava un’illusione”. Invece, illusione non è! Si cancellano, così, le numerose tensioni e preoccupazioni che hanno attanagliato le atlete durate tutto il periodo preparatorio: “insieme ci eravamo allenate poco. Pensavo che questo fattore avrebbe, in qualche modo, rappresentato un ostacolo”, asserisce Silvia, “la nostra preparazione è stata, inoltre, interrotta da una pausa dovuta al fatto che dovevo prepararmi per la gara in singolo di Varese”. Ulteriore fonte di tensione, anche il pensiero di dover competere contro un equipaggio sicuramente insidioso: “Le nostre avversarie venivano da Firenze,” sottolinea Giulia “ciò significa che l’equipaggio era sicuramente preparato, altrimenti non avrebbero mai affrontato una trasferta sino a Roma”. Fortunatamente a calmare gli animi c’era l’ottimismo di Silvia: “ho iniziato a credere nella possibilità di ottenere un buon piazzamento nel momento in cui ho scoperto che quello avversario era un equipaggio misto. Raramente tale tipo di equipaggio riesce a superare la preparazione di uno societario, a meno che non ci si riesca ad allenare insieme tutti i giorni. In caso contrario, preparando la barca giusto nei tre giorni precedenti alla gara, i problemi sono numerosi e tra questi insorge anche la possibilità di dover far fronte a vari cambiamenti nella formazione che possono avvenire anche il giorno stesso della gara”. L’impegno comunque premia sempre, come sottolinea Giulia, che confessa: “ Credo sia stato un risultato giusto, ce lo siamo meritato.” Le quattro ragazze del Tirrenia Todaro hanno regalato emozioni e tanta soddisfazione ai numerosi soci del circolo che erano lì, al Salaria Sport Village, per sostenerle ed acclamarle“ Per noi è importante, siamo orgogliose della maglia che indossiamo e vincere significa anche ricompensare la nostra società”. Ma non solo, grande gioia anche per il loro allenatore, Emilio Trevini. “Emilio, in genere, non è una persona che ama sbilanciarsi. Nonostante ciò, ci è sembrato soddisfatto. Infatti, vederlo sorridente, dopo la gara, è sicuramente un segnale positivo. Crediamo che si sia reso conto che, da parte nostra, c’è stata la massima serietà ed il massimo impegno, non solo in gara, ma anche durante la preparazione. In tutta la regata, i suoi insegnamenti ci sono stati utilissimi, abbiamo affrontato il percorso tenendo ben a mente ogni sua parola ed ogni suo appunto, per cercare di migliorare soprattutto la tecnica di voga.Tant’è vero, che, in gara, ci è sembrato che la barca avesse un movimento ancora più fluido rispetto agli allenamenti. Forse, in parte, ciò era dovuto, anche, al fatto che il tratto di fiume in cui ci alleniamo non è tra i più facili, a causa delle correnti . Tale problema, qui al Circolo Canottieri Salaria, non sussiste, grazie alla diga”. Una giornata importante per Silvia, Giulia, Elisa e Clara, che deve rappresentare un trampolino di lancio verso il futuro e verso risultati ancora più ambiti: “tra i prossimi progetti ci sono i meeting e le gare regionali.” Conclude Giulia: “ancora non sappiamo se continueremo con il quattro di coppia, in quanto Silvia, già dalla prossima settimana, sarà impegnata con il singolo, in quanto è stata convocata al raduno nazionale junior. Ma tale decisione deve ancora essere presa dal nostro allenatore”.
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INTERVISTA A FABIO PATRIGNANI, PRESIDENTE DEL COMITATO REGIONALE MARCHE, CHE CI PARLA DELLA SUA ESPERIENZA CON L’OTTO PRESIDENZIALE E DELL’ATTUALE SITUAZIONE NELLA REGIONE DA LUI RAPPRESENTATA: LE SOLUZIONI INDIVIDUATE PER AMPLIARE NEL TERRITORIO LA DIFFUSIONE DEL CANOTTAGGIO

di PAOLA MAURIZIO


L’otto presidenziale è stata sicuramente un’esperienza positiva” afferma Fabio Patrignani (nella foto), Presidente del Comitato Regionale Marche e componente dell’equipaggio Row Force One. “Molti di noi sono dirigenti nuovi, giovani, a cui, grazie a questa iniziativa, è stata offerta l’occasione per conoscersi meglio e favorire anche la nascita di collaborazioni che potrebbero costituire un’ulteriore punto di forza per la Federazione.Sono sei mesi che ho l’incarico di presidente, quindi, devo capire bene dove mi sono catapultato. Poiché la nostra Regione è posizionata nella parte adriatica, il Comitato Marche ha, più che altro, relazioni con l’Emilia Romagna, il Veneto e l’Abruzzo. L’idea del Row Force One è sicuramente ottima. Infatti mi ha offerto anche un’opportunità per venire a Roma e, quindi, conoscere e confrontarmi con una nuova realtà.”Quindi un buon progetto, non solo per promuovere il canottaggio come sport, ma anche per avvicinare e facilitare il dialogo tra Comitati Regionali che spesso sono tra loro troppo distanti e in alcuni casi troppo isolati: “Noi siamo alla periferia del canottaggio,” prosegue il Presidente marchigiano; “la parte adriatica è, inoltre, quella più povera, in termini numerici, del movimento remiero. In questo senso ci aspettiamo buone cose da parte della Federazione, per quanto riguarda la comunicazione e la visibilità. Ma speriamo, ovviamente, anche di poter ricevere l’assistenza di cui possono aver bisogno le società piccole, come le nostre, che vivono grazie a pochi contributi e poche risorse”. Nonostante le difficoltà anche per le Marche ci sono varie strategie per diffondere una maggior conoscenza del canottaggio: “per promuovere la disciplina remiera nella nostra regione le società si avvalgono di campi estivi. Infatti, disponendo di numerose città marittime, cerchiamo di favorire lo sviluppo di questo sport sfruttando proprio il mare, che per noi rappresenta un’indiscussa risorsa. Inoltre, come Comitato cerchiamo di dar supporto ai circoli attraverso la distribuzione di materiale, di gadget, di merchandising, ma anche attraverso gli eventi che organizza la Regione e che cerchiamo di promuovere attraverso i giornali o altri mezzi di comunicazione locali.”Ma non solo, anche il Comitato Regionale Marche sfrutta i vantaggi del progetto remare a scuola: “Si tratta di un progetto nazionale, dove le società vanno nelle scuole cercando di presentare il canottaggio attraverso il remoergometro e ciò rappresenta un primo approccio, che, in modo non eccessivamente intrusivo, può favorire l’avvicinamento dei bambini verso questo sport”.Una regione, le Marche, che con iniziativa e intelligenza ha saputo sfruttare a suo vantaggio ogni possibilità offerta dal suo territorio: “Per quanto riguarda gli eventi agonistici disponiamo di un bacino nella provincia di Pesaro, il Lago di Mercatale, dove dall’anno scorso organizziamo manifestazioni nazionali. Si tratta, comunque, di regate rivolte solo ai più piccoli, poiché il nostro bacino ci permette solo questo”.Le Marche, quindi, stanno pian piano crescendo, non solo dal punto di vista del territorio, ma anche sotto il profilo atletico: “a livello agonistico, a seguito di un momento di splendore caratterizzato dai grandi risultati di Alessandro Corona, che ha partecipato a quattro olimpiadi e vinto cinque mondiali, stiamo cercando di risalire per ritornare ad avere altri atleti di quel livello”.
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