giovedì 26 novembre 2009

BERLUSCONI MINACCIA E NASCE IL FEELING FINI-BERSANI
A pochi metri dal Capranichetta, il premier Silvio Berlusconi minaccia di mettere alla porta chi nel Pdl non si adegua alla maggioranza. Parole che il presidente della Camera Gianfranco Fini non sente, e forse neanche teme, tornando, alla presentazione del libro di Rosy Bindi ‘Quel che è di Cesarè, a smarcarsi su temi come il diritto di cittadinanza, il biotestamento ed il dovere della «buona politica» di superare «il derby permanente». Il leader Pd Pier Luigi Bersani, seduto al suo fianco, annuisce e fa il tifo perchè vada in porto «l’impresa molto ardua dell’ex leader di An di europeizzare la destra italiana». Il feeling tra il presidente di Montecitorio ed il Pd è ormai cosa nota da mesi e oggi si è tradotto in un’asse, nella conferenza dei capigruppo, per calendarizzare la legge sul diritto di cittadinanza.La padrona di casa, Rosy Bindi, si augura che sia il primo passo, e dopo quasi due ore di amorosi sensì su temi come la laicità e l’immigrazione, non demorde annunciando di «aspettare al varco» Fini anche su altri temi. Il presidente della Camera non sembra affatto spaventato nè fa mistero di apprezzare le tesi espresse dalla presidente del Pd nel libro. Ciò che, invece, preoccupa Fini, come sussurra a Bersani entrando in sala, è che nella platea mancano giovani e il motivo è che «i giovani non vogliono che si continui con questo derby permanente» tra gli schieramenti. O, al di là del confronto «pur aspro», ci si sforza per una «politica credibile che lavora per il bene comune», è l'allarme del presidente della Camera, o «non dobbiamo meravigliarci se in futuro ci sarà una società peggiore». Avvertimento che trova parole attente ai vertici del Pd; d'altra parte, poco prima Bersani aveva invitato a «soluzioni condivise» sul testamento biologico, «perchè il 50 per cento degli italiani non può decidere sulla morte dell'altro 50 per cento», e chiesto che la politica «non sia guerra di tutti ma decisioni per il bene comune». Laicità dello Stato, necessità di una legge sulla cittadinanza per evitare i «ghetti» dei nuovi italiani, la critica ad una «tendenza da propaganda e non da buona politica ad erigere barriere post-ideologiche» sono i temi comuni del dialogo.E in alcuni punti, come sul caso Englaro, Fini, da laico, si spinge oltre la cattolica democratica Rosy Bindi. «A differenza di Bindi, io mi sarei comportato come la famiglia Englaro», sostiene, insistendo che sul fine vita «le istituzioni devono avere il massimo rispetto della volontà della persona e della famiglia». Sul diritto di cittadinanza la terza carica dello Stato spera si arrivi «ad un testo comune» e ad una discussione non «superficiale» sul numero di anni necessari «perchè sarebbe un pessimo compromesso se si ragionasse come dal droghiere: io propongo dieci anni, tu proponi cinque...». Ragionamenti che non toccano direttamente i rapporti interni nel Pdl. Sulla fatica di costruire la sintesi in un partito, ci pensa Bersani, che ha già perso per strada qualche esponente come Francesco Rutelli, a dare un consiglio a Fini: «È un’operazione che anche il centrodestra deve fare e vedrà quanto è difficile. Noi lo abbiamo sperimentato e in amicizia dico che saltare i passaggi non serve...».
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PREMIO MIGLIOR GIOVANE«ATLETA PONTINO»


di PAOLA MAURIZIO


Presso la sala conferenze del Palazzo della Cultura di Latina,l’Arch. Gianni Biondi, Presidente del Coni Provinciale, ha premiato i migliori atleti pontini che si sono distinti per particolari risultati nella stagione agonistica appena trascorsa. Per il canottaggio è stato premiato l’atleta delle Fiamme Gialle, Stefano Carnello, che quest’ anno è riuscito a conquistare ben due titoli italiani in doppio ed in otto. Enorme è stata la soddisfazione di tutto lo staff delle Fiamme Gialle, sia per la serata che per la brochure,realizzata dal Coni Latina, nella quale si sono riportati tutti gli atleti premiati nelle varie discipline dal 2003, anno d’ istituzione del premio e dal quale risulta che, in sette edizioni, sono stati premiati altrettanti atleti gialloverdi segno di grande fermento tra le fila delle Sezioni Giovanili Fiamme Gialle. Un settore,
quello giovanile, che dagli anni ‘60 sforna campioni nelle discipline di: canottaggio, canoa, nuoto, judo, atleti e, dal 2008, anche nelle discipline invernali sci e ghiaccio. L’albo del Premio «Atleta Pontino»2003 Francesco Onori (Fiamme Gialle)2004 Marta Novelli (Fiamme Gialle) 2005 Valeria Russo (Fiamme Gialle) 2006 Emanuele Ferraiuolo (Fiamme Gialle)2007 Silvio Palossi (Fiamme Gialle)2008 Alessandro Laino (Fiamme Gialle)2009 Stefano Carnello (Fiamme Gialle)
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INQUIETANTI DICHIARAZIONI DI BERLUSCONI «PERSECUZIONE GIUDIZIARIA, SI RISCHIA GUERRA CIVILE»
Assai parco di parole negli ultimi giorni, Silvio Berlusconi scoperchia il vaso di Pandora questa sera nell’ ufficio di presidenza del Pdl, chiamando «alle armi» la sua maggioranza contro il tentativo di certa magistratura di far cadere il governo, delegittimare chi è stato democraticamente eletto dai cittadini, fino a spingere il Paese sull’ orlo di una guerra civile. Un’espressione forte, che l’ufficio stampa del Pdl immediatamente smentisce, ma che molti dei presenti confermano, mentre l’opposizione punta il dito contro le «parole deliranti» che il premier avrebbe pronunciato. Per la prima volta in una sede di partito Berlusconi richiama l attenzione in modo così esplicito sulla assoluta necessità di andare avanti con il processo breve e la riforma costituzionale della giustizia. Alla fine passa all’unanimità un documento per riproporre il Lodo Alfano per via costituzionale, riformare la giustizia ridisegnando i rapporti tra i diversi poteri dello Stato e sancire che «anche il corso dell’ attuale legislatura è stato turbato dall’ azione di una parte tanto esigua quanto dannosa della magistratura, dimentica del proprio ruolo di imparzialità», che ha acquisito «un peso abnorme nella vita democratica» mentre «il potere politico fondato sulla sovranità popolare rischia di apparire impotente a svolgere le proprie finalità». Hic Rodhus, hic salta, mette in guardia Berlusconi i suoi. Perchè la persecuzione giudiziaria nei suoi confronti non è che una parte del tutto. I processi che coinvolgono il Cavaliere a Milano, le presunte nuove azioni della magistratura contro il premier non sono che una tessera di un problema più grande. Berlusconi si accora nel dimostrarlo, citando il caso del presidente del Senato Renato Schifani, quello del sottosegretario Nicola Cosentino, colpito dalle accuse «paradossali» della magistratura napoletana. Perciò serve unità contro la deriva «eversiva» imboccata da parte della magistratura per tentare di disarcionare il governo. Ed è indispensabile andare avanti con le riforme. All’ unanimità si vota quindi per avviare riforme istituzionali che contemplino l’ elezione diretta del premier, con un sistema fondato su contrappesi e su un maggior potere di controllo e indirizzo del Parlamento. Si avvia il dibattito sulla cittadinanza escludendo il voto per gli stranieri. E, prima di affidare al Guardasigilli Angelino Alfano e a Niccolò Ghedini il compito di illustrare i profili del ddl sul processo breve, per la prima volta con tanta chiarezza il premier mette in chiaro che su riforme e immigrazione, ma soprattutto sulla giustizia, l’ unità interna al Pdl non sarà un optional. Le decisioni su questi temi saranno assunte a maggioranza dall'ufficio di presidenza del partito. E chiunque mostri di non condividerle, chiunque sbandieri orgoglioso posizioni minoritarie, chiunque non si adegui, si mette fuori. Da tempo - riflette un esponente di vertice del Pdl al termine dell’ufficio di presidenza - Berlusconi era impaziente di codificare la regola della contà interna, spesso evocata dal premier di fronte ai distinguo sempre più frequenti del presidente della Camera e co-fondatore del partito Gianfranco Fini. Che sul punto, almeno per oggi, sceglie di tacere. Nel lungo sfogo del premier c’ è anche la critica netta nei confronti delle trasmissioni Rai che ogni giorno a suo giudizio vanno in onda processando governo e maggioranza in modo inaccettabile. La riunione si protrae per oltre tre ore, e si stringono i bulloni anche sulle regionali: Berlusconi mette in chiaro che le decisioni saranno assunte dal partito e non da lui personalmente e si dà mandato ai coordinatori nazionali di presentare entro la prossima settimana le proposte di candidatura.
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