mercoledì 25 novembre 2009

COSENTINO, LA GIUNTA DELLA CAMERA RESPINGE LA RICHIESTA DI ARRESTO. AL SENATO RESPINTA LA MOZIONE PD
La Giunta per le Autorizzazioni della Camera ha respinto la richiesta di arresto avanzata dai magistrati campani per il sottosegretario all'Economia Nicola Cosentino. I voti contrari alla richiesa di custodia cautelare sono stati 11, 6 quelli favorevoli, una astensione.La maggioranza ha votato compatta,mentre nell'opposizione ci sono stati alcuni distinguo. Il Pd ha votato a favore della richiesta di custodia catuelare, ad eccezione dell'esponente radicale Maurizio Turco che si è astenuto e che presenterà una relazione di minoranza in aula. Si è detto contrario alla richiesta di arresto per Cosentino, ma con motivizoni diverse da quelle di Pdl e Lega. Nell'Udc un voto a favore dell'arresto, quello di Pierluigi Mantini, mentre contrario è dichiarato in sede di voto il suo collega di partito Domenico Zinzi. Alla votazione ha partecipato anche il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti, favorevole alla richiesta avanzata dai magistrati campani. La proposta della Giunta sarà al vaglio dell'assemblea di Motecitorio e dovrebbe approdare in aula entro il 10 dicembre prossimo. Oltre a quella di Maurizio Turco, saranno tre le relazioni di minoranza, che si affiancheranno a quella di maggioranza: una rappresenterà l'esponente dell'Italia dei valori Federico Palomba, la seconda sarà quella dell'Udc Mantini, la terza quella della componente del Pd della Giunta, Marilena Samperi.«Abbiamo votato per l'autorizzazione agli arresti dell'onorevole Cosentino e presenteremo in Aula una puntuale relazione di minoranza perchè abbiamo ritenuto che i gravi elementi circostanziati e riscontrati nell'ordinanza del Tribunale di Napoli escludano il fumus persecutionis», spiega, la capogruppo del Pd nella Giunta per le autorizzazione a procedere della Camera, Marilena Samperi: «L'accertamento della responsabilità penale spetta alla magistratura competente. Noi ci auguriamo un corso rapido della giustizia nel rispetto delle garanzie costituzionali». Del caso è stato investito anche il Senato, chiamato a votare due mozioni presentate dall'opposizione che chiedevano le dimissioni di Cosentino. Entrambe sono state respinte. La mozione del Pd, che aveva come primo firmatario il vicecapogruppo Luigi Zanda, ha ottenuto 116 voti favorevoli, 165 contrari e 2 astenuti. Quella di Italia dei Valori, primo firmatario Felice Belisario, ha avuto 95 sì, 170 no e 17 astenuti. Non hanno partecipato alla votazione i due senatori radicali Donatella Poretti e Marco Perduca e il senatore del Pd Pietro Marcenaro."Oggi i senatori col loro voto possono far capire al Paese d'aver coscienza della misura e dei limiti del loro potere e dimostrare senso di responsabilità nei confronti delle istituzioni. Oggi il Senato col suo voto può restituire ai cittadini un pò di rispetto per il Parlamento". Così, intervenendo nell'Aula del Senato, il vicepresidente dei senatori del Pd Luigi Zanda, primo firmatario della mozione del Pd che impegna il governo ad 'invitare l'onorevole avvocato Nicola Cosentino a rassegnare le dimissioni da sottosegretario di Stato per l'economia e le finanzè.'Il Gruppo del Pd chiede che la votazione non avvenga a voto segreto. Lo chiede perchè la mozione non riguarda la colpevolezza o l'innocenza dell'onorevole Cosentino, ma riguarda l'onore, la dignità e il decoro del Governo. Ed è bene che i cittadini italiani e l'opinione pubblica internazionale possano conoscere il nome e il cognome dei parlamentari che hanno difeso l'onore e ildecoro del Governo italianò. 'Chi siede in Senato - continua Zanda - sente il peso dell'ampio giudizio negativo dell'opinione pubblica sui privilegi veri o presunti della politica e sugli eccessi dei comportamenti di tanti uomini politici. Noi non possiamo rimuovere la protesta della gente, non considerare le nostre responsabilità nella pericolosa, ma purtroppo comprensibile diffusione nel nostro Paese di sentimenti di antipolitica e di sfiducia nelle istituzioni. Due giorni fa - aggiunge il vicepresidente dei senatori del Pd - l'onorevole Granata ha detto che chi crede nella legalità, nell'antimafia, nella giustizia, chi ha senso dello Stato, viene guardato come un appestato. Nella società italiana c'è oggi un visibile, chiarissimo, quasi palpabile precipitare della tenuta morale, c'è un diffuso rifiuto di ogni senso del limite, c'è un'ostentata volgarità nell'uso del potere che sta danneggiando la nostra credibilità e riducendo il nostro Paese a zimbello della comunità internazionale. Oggi il Senato può fare un gesto per fermare questa derivà. 'Il Senato deve riconoscere all'onorevole Cosentino, come a tutti i cittadini, il diritto di essere considerato non colpevole sino alla condanna definitiva. Ma, contemporaneamente, deve solennemente affermare il fondamentale principio di etica politica che vieta a un cittadino nei cui confronti la magistratura ha emesso un ordine di custodia cautelare per rapporti con la criminalità organizzata di far parte del Governo. Il Senato - conclude Zanda - ha il dovere di chiedere al Governo che su nessuno dei suoi membri resti l'ombra di possibili rapporti con la camorrà.
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SILURATO RUFFINI, DI BELLA DIRETTORE DI RAI TRE
Alla fine i consiglieri di centrosinistra si sono divisi. Otto sì e un solo no. E il cda Rai ieri sera ha approvato la sostituzione alla guida di Raitre tra Paolo Ruffini e Antonio Di Bella. «Per me è un grande onore continuare il lavoro di Ruffini», dice il neodirettore. «Ci sono cose che si commentano da sole. Per me parla il lavoro fatto, che ha onorato il servizio pubblico», commenta un amareggiato Ruffini. Non è bastata per trovare una linea comune la riunione pre-partita tra i tre consiglieri dell’opposizione, Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e l’Udc Rodolfo De Laurentiis (che si era detto disponibile a seguire l’orientamento dei due Pd): solo il primo ha ribadito il suo secco “no”. «Ho votato contro una rimozione pilotata dall’esterno e annunciata da mesi dal premier, priva di qualunque giustificazione aziendale», attacca Rizzo Nervo. «È un segnale gravissimo per tutta la Rai, inutile darsi da fare perché tanto il merito non conta. E infatti nè il dg Masi nè il presidente hanno saputo spiegarne i motivi». Una delle questioni chiave sul tavolo era il “risarcimento” previsto per Ruffini: secondo Rizzo Nervo nulla è cambiato, «la delibera del dg Masi prevede una generica collaborazione con lo stesso Masi per il passaggio dei canali ex RaiSat alla Rai». In consiglio Rizzo Nervo ha polemizzato con Garimberti: «Avevi preso l’impegno a non avallare più sostituzioni senza una ricollocazione di uguale importanza». E il presidente: «Confido nella volontà di Masi che ha detto di voler proporre un incarico adeguato». Angelo Maria Petroni, consigliere in quota Tremonti, è stato esplicito: «Ho sempre considerato la linea informativa di Rai3 incompatibile con il servizio pubblico, per questo voto sì». «Bravo, almeno tu hai il coraggio di dire la verità», gli ha replicato Rizzo Nervo. Che prima del consiglio aveva discusso con Van Straten. «Non credo che Di Bella snaturerà la linea di Rai3», aveva detto il consigliere scelto da Veltroni. «E poi la proposta di Masi prelude alla direzione di una nuova struttura». Di qui il suo sì. «Mi auguro che Ruffini accetti la guida dei canali digitali, che sono il futuro della tv», dice Van Straten. Garimberti invece ha spiegato al cda che «ogni cinque anni cambiare è opportuno, Rai3 aveva bisogno di una nuova iniezione di energia». Poi ha aggiunto: «Voglio essere il presidente di un’azienda normale. Considero questa una scelta totalmente aziendale. Ho votato sì perché si tratta di una nomina largamente condivisa che assicura pluralismo ed è stata individuata un’adeguata proposta di ricollocazione: spero che Ruffini accetti il coordinamento dei nuovi canali sul digitale». Nel Pd opinioni diverse. Per Gentiloni «la rimozione Ruffini è una brutta pagina per il servizio pubblico». Mentre Carra bolla come «dannosa per Ruffini la cocciuta resistenza operata da alcuni ambienti del Pd». Vincenzo Vita: «Bene Di Bella, amarezza per le modalità». Critico il presidente della Vigilanza Zavoli: «Assenza di motivazioni professionali e incongrua collocazione per Ruffini». Articolo 21: «Il cda ha obbedito a richiesta del premier, ora confidiamo in Di Bella».Rizzo Nervo attacca Garimberti: «Ha votato Minzolini, Liofredi, in tutti i passaggi più importanti approva le proposte di Masi: la Rai è guidata da una diarchia omogenea e coesa». I due consiglieri del Pd si sono ritrovati insieme nel dire no al rinnovo del contratto 3+1 di Vespa (Garimberti ha votato sì). La bozza congelata dal cda a fine ottobre prevedeva che il “minimo” passasse da 1,2 milioni l’anno a 1.670.000: ieri il “minimo” è stato fissato a 1,5 milioni. Le stime Rai, compresi gli speciali, parlano di una media di 2.100.000 euro l’anno per il conduttore di Porta a Porta. A fine ottobre Petroni si era battuto per un netto taglio dei costi: stavolta ha detto sì, è bastato un ribasso di 170mila euro l’anno.
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HOMINOX SRL SPECIALISTA NEL SETTORE DELL'ACCIAIO HA PRESENTATO NUOVI PRODOTTI

HOMINOX SRL, leader nel settore della lavorazione industriale dell'acciaio, ha preparato dei nuovi prodotti nati esclusivamente per il mondo dei motociclisti. Prodotti innovativi dal punto di vista della praticità e sicurezza, necessari per la pratica di uno sport a due ruote dove anche le regole vanno rispettate. In primo luogo presentiamo CLIK CLAK il portatarga intelligente per le moto da enduro che di sicuro potrà soddisfare le esigenze dei praticanti di questa specialità. Un portatarga di facile utilizzo e che scongiura anche le multe. Poi ancora EASYBAMPER, il paracolpi in alluminio che potrà essere fornito anche in materiale plastico ad alta densità protettiva. Infine DYNAMIC il cavalletto estremamente pratico e sicuro per la manutenzione dei motocicli. Questi prodotti, ne siamo certi, potranno soddisfare le esigenze dei clienti motociclisti.
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DANNI ALLA SEDE CANOTTIERI VIAREGGIO


di PAOLA MAURIZIO


Proprio mentre a Varese Davide Babboni si imponeva nella prima gara senior della stagione agonistica ed il resto della squadra viareggina ben figurava nelle altre categorie, a Torre del Lago Puccini presso la sede nautica (provvisoria) della società si assisteva all’ennesimo scempio di questo tratto di PARCO che ospita il canottaggio. I già angusti spazi riservati alle precarie strutture societarie sono state invase da un paio di barconi in ferro lunghi una decina di metri e usati per dragaggi di sabbia; per essere più precisi si tratta di quello che resta dei due barconi, una sorta di rottamazione nautica organizzata da qualcuno che usando trattori e mezzi cingolati ha trainato i due scafi fino a riva e poi ha pensato bene di issarli là proprio dove i canottieri con grande cura si erano ritagliati il loro ambito. Tutto ciò è avvenuto passando sopra prati e pontili creando anche un danno economico alla Società e invadendo i già limitati spazi. Da molti anni la Canottieri Viareggio (ex Berchielli) è alla ricerca di una sede dignitosa e stabile che premi in qualche modo i grandi sforzi di dirigenti e allenatori e che dia più che altro condizione di agio e sicurezza agli allenamenti dei ragazzi; se mai ce ne fosse bisogno merita ricordare anche il livello qualitativo dei numerosi atleti che Viareggio ha dato al nostro sport nei suoi quasi 100 anni di storia (1911). Due sono gli aspetti tristi e degni di particolare riflessione, il primo riguarda senz’altro quest’area di grande pregio ambientale (proprietà comunale) inserita in un importante Parco Regionale (Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli) a soli cento metri dal nuovissimo Teatro all’aperto dedicato al maestro Giacomo Puccini, che per l’ennesima volta viene deturpata senza riguardo e più che altro senza controllo.Un area dove il canottaggio, con vela e canoa dovrebbero rappresentare i veri punti di forza della fruibilità ad impatto zero qualificando il territorio e le amministrazioni che la gestiscono. L’altra riflessione che ormai però accomuna quasi tutte quelle Società che non si occupano di calcio o di pochi altri sport «visibili», è che anche in terra toscana si presta ben poca attenzione a quelli sport come il nostro che vivono di puro volontariato, ma che allo stesso tempo sfornano Campioni, quelli con la C maiuscola, dei quali ci si ricorda solo in occasione di qualche premiazione. Ci auguriamo che questa brutta faccenda sia solo una svista o un errore di qualche poco attento funzionario e che l’Amministrazione Comunale di Viareggio ed il Parco facciano proprio il progetto della Canottieri Viareggio (ASD Senza scopo di lucro) per un nuovo impianto e per la riqualificazione di una così importante area. Dalle nostre pagine vorremmo strappare l’impegno formale delle Amministrazioni per festeggiare, nel 2011, il centenario della Canottieri Viareggio nella nuova sede.
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Cattive notizie verso Copenhagen Emissioni a «livelli mai raggiunti»


A tre settimane dall'inizio della quindicesima Conferenza Onu sul Clima di Copenhagen, gli esperti non forniscono buone notizie. Le emissioni di gas a effetto serra, infatti, avrebbero toccato livelli mai raggiunti dall'epoca preindustriale e si starebbero avvicinando «agli scenari pessimistici» ipotizzati finora. «Le notizie non sono buone», ha affermato l'Organizzazione meteorologica mondiale. «La concentrazione di gas a effetto serra continua a aumentare con un ritmo molto rapido, bisogna agire rapidamente», afferma il segretario generale dell'Omm, Michel Jarraud, presentando alla stampa gli ultimi dati raccolti dall'agenzia delle Nazioni Unite. Ciò conferma «la tendenza di un aumento esponenziale» di questi gas, dice Jarraud. Ci troviamo davanti «allo scenario pessimistico» descritto dal Gruppo internazionale di esperti sul cambiamento climatico (Giec). Intanto l'Unione europea e le grandi potenze mondiali si preparano alla conferenza internazionale. Per il segretario esecutivo della Convenzione Onu sul clima, Yvo de Boer, è di cruciale importanza che gli europei continuino a esercitare la loro leadership internazionale alla Conferenza internazionale di Copenhagen, in dicembre, mantenendo la loro offerta di tagliare le emissioni del 30%, in modo da spingere gli altri paesi sviluppati a offrire riduzioni simili. L'Ue ha già deciso una riduzione al 2020 del 20% delle emissioni rispetto al 1990, con l'impegno ad arrivare a -30% se gli altri paesi industrializzati faranno uno sforzo «comparabile». In questo contesto, tuttavia, «il problema sono gli Stati Uniti», ha ammesso de Boer, pur mostrandosi ottimista sui risultati di Copenhagen. È anche importante, ha aggiunto il negoziatore capo dell'Onu, che l'Ue «faccia chiarezza» sui finanziamenti per i paesi in via di sviluppo che è disposta a sostenere per il medio e lungo termine. Passando in rassegna gli impegni che diversi paesi hanno già annunciato, de Boer ha citato il Giappone (cha ha un obiettivo di riduzione delle emissioni «molto ambizioso», del 25% entro il 2020), e la Cina, il paese cha emette più gas serra al mondo, ma che si è già impegnato con «un obiettivo molto ambizionso per lo sviluppo delle nergie rinnovabili» e che vuole ridurre le emissioni del 25% rispetto al 'business as usual'. I cinesi, secondo de Boer, hanno due ragioni per volere il successo di Copenhagen: «Da una parte, saranno fra quelli più colpiti delle conseguenze del cambio climatico», che vogliono perciò arginare; dall'altra, «è impensabile che continuino a crescere del 6% all'anno con uno sviluppo economico basato sul carbone». Per il negoziatore Onu, dunque, «il club dei paesi leader fortunamente si sta allargando». Poi ci sono il Brasile e la Corea del Sud, che hanno annunciato impegni di riduzione rispettivamente del 40% e del 25% rispetto al 'business as usaual'. «Mi aspetto che Cina, India, Brasile indichino chiaramente a Copenhagen che cosa intendono fare», ha detto il segretario esecutivo della Convenzione sul clima, che ha ricordato quindi il caso della Russia. Dopo in crollo delle delle emissioni del 24% sotto il livello del 1990 a causa del collasso economico seguito al crollo dell'Urss, Mosca aveva bisogno di un margine per la sua rinascita economica. Inizialmente aveva annunciato di voler ridurre le emissioni del 15%, «ma ora ha indicato, durante il recente vertice con l'Ue, di voler arrivare a -22, -25 per cento», ha sottolineato de Boer. La Casa Bianca intanto continua a muoversi. Per rimuovere «il più grande ostacolo» al successo del summit Onu sul clima di Copenhagen Barack Obama è pronto a fissare obiettivi provvisori per la riduzione dei gas serra negli Usa pari a un taglio del 14-20% entro il 2020. È quanto sostiene il britannico Observer secondo cui funzionari dell'amministrazione Usa stanno consultando negoziatori internazionali e esponenti chiave del Congresso per riuscire a fissare questi obiettivi provvisori minimi che possano essere sottoscritti nella capitale danese e poi recepiti anche a Washington. Il tutto a meno di tre settimane dal vertice. Todd Stern, inviato del dipartimento di Stato per i cambiamenti climatici, ha detto che l'amministrazione Obama ha riconosciuto la necessità che gli Usa facciano una proposta su un taglio delle emissioni. Gli Stati Uniti insieme alla Cina producono il 40% dei gas serra. «Stiamo cercando di vedere se possiamo mettere sul tavolo un quantitativo provvisorio (di tagli), che sarebbe però vincolato alla nostra approvazione legislativa», ha detto Stern. Se invece di obiettivo complessivo gli altri Paesi accettassero di fissare intanto un limite temporaneo Obama avrebbe un problema in meno perchè come è ormai chiaro il Senato Usa non fara in tempo ad approvare una legge nazionale sulla riduzione delle emissioni prima di Copenaghen (7-18 dicembre). Questo comporta che ove mai il presidente americano avanzasse a Copenhagen una sua proposta anche se questa fosse approvata questa potrebbe poi essere bocciata a Washington. L'unica cosa certa è che Obama non farà alcuna proposta, il fallimento di Copenaghen è certo.Contatore visite gratuito